Tassonomia green, primo voto del Parlamento Europeo contro gas e nucleare

WWF: non c’è nulla di sostenibile nei combustibili fossili e nelle scorie nucleari

Bruxelles – “Ci congratuliamo con gli eurodeputati ECON ed ENVI per aver scelto la strada giusta per proteggere la credibilità della tassonomia dell’UE. Non c’è nulla di sostenibile nei combustibili fossili e nelle scorie nucleari e molti investitori e banche non vogliono che siano etichettati come ‘verdi’. Ora la plenaria di luglio dovrà seguire il parere delle due commissioni competenti e respingere quello che altrimenti sarebbe un errore enorme e costoso per clima e ambiente: incanalare miliardi in progetti sporchi, invece di finanziare la transizione verso le energie rinnovabili di cui abbiamo bisogno”.
Lo ha detto  Mariagrazia Midulla, responsabile Clima e Energia del WWF Italia, commentando il voto con qui questa mattina gli europarlamentari delle Commissioni per l’Ambiente e gli Affari Economici hanno respinto la classificazione del gas fossile e dell’energia nucleare come sostenibili dal punto di vista ambientale nell’ambito della tassonomia dell’UE, la guida agli investimenti verdi dell’Unione Europea.
“Con un’ampia maggioranza – commenta il WWF -, gli europarlamentari hanno compiuto un primo passo cruciale, scegliendo di non inserire il gas fossile e l’energia nucleare nella lista che avrebbe dato un’etichetta ‘verde’ a queste fonti, nonostante il loro impatto su clima e ambiente. Qualificare il gas fossile e l’energia nucleare come ecologici nella tassonomia europea – continua la storica ong ambientalista in vista del voto definitivo nella prima settimana di luglio – potrebbe infatti sottrarre miliardi di euro di investimenti alle energie rinnovabili e alle tecnologie verdi”.

Non solo. La proposta della Commissione europea è stata adottata nonostante il parere fortemente contrario della Piattaforma sulla Finanza Sostenibile (PFS), ossia del gruppo di esperti indipendenti nominati dalla stessa Commissione per il supporto scientifico necessario alla redazione di questa proposta di Atto Delegato Complementare per l’attuazione del regolamento sulla tassonomia. La PFS, nelle sue raccomandazioni alla Commissione, ha evidenziato che il nucleare va escluso in quanto non rispetta i criteri (previsti dall’articolo 17 del regolamento sulla tassonomia) relativi al principio sul non arrecare danni significativi all’ambiente, in particolare per quanto riguarda la gestione e lo smaltimento delle scorie radioattive. L’esclusione del gas fossile, invece, è motivata dal fatto che gli impianti a gas per poter fornire un contributo sostanziale alla mitigazione dei cambiamenti climatici, come richiesto dal regolamento, devono emettere meno di 100 gr CO2e/kWh, mentre gli impianti più efficienti oggi a disposizione emettono non meno di 316 gr CO2e/kWh.
Inoltre, in linea con il parere scientifico del PFS, anche l’Institutional Investors Group on Climate Change (IIGCC), oltre 370 tra i maggiori investitori internazionali con un portafoglio di 50 mila miliardi di euro, ha chiesto di escludere il gas fossile dal regolamento sulla tassonomia, in quanto “si indirizzerebbero capitali verso attività non compatibili con l’impegno UE verso la neutralità climatica entro il 2050”.

A questo si aggiungono le conseguenze della guerra. Sottolinea il WWF:  “Con la guerra in Ucraina e la crisi dei prezzi dell’energia che si sta acuendo, etichettare il gas fossile e l’energia nucleare come sostenibili sarebbe ancora più controproducente. Il gas è diventato una fonte di insicurezza energetica e di rischio geopolitico in Europa, e l’energia nucleare è costosa, lenta da costruire e crea scorie altamente radioattive che ancora non sappiamo come gestire. La guerra in Ucraina mostra che l’UE non potrà essere completamente indipendente finché non controllerà la propria energia. Mentre il gas importato crea dipendenza, le rinnovabili sono la nostra energia di ‘libertà’ e quindi la chiave per la sicurezza energetica. L’etichettatura del gas come investimento sostenibile porterebbe l’Europa a utilizzare ancora più gas, il che significa continuare la dipendenza e bollette più elevate per i cittadini europei”, ha concluso la responsabile Clima e Energia del WWF Italia.

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