Il saluto di Arcangelo Merella a Beppe Pericu
È molto difficile per me, legato a lui da affetto, amicizia, stima e complicità politica, tracciare un ricordo distaccato della personalità e del ruolo pubblico che Beppe Pericu ha avuto a Genova e non solo.
La sua limpida figura di grande giurista e uomo di marcata sensibilità sociale e politica, che lo portò a essere parte della famiglia socialista, prese corpo nelle elezioni politiche del 1993, quando con il PSI travolto dalle inchieste giudiziarie, io allora segretario provinciale della Federazione genovese del PSI e Tonino Gozzi allora Segretario regionale del PSI Ligure lo proponemmo agli alleati del centro sinistra per il collegio della Val Bisagno (tradizionale culla del socialismo genovese) per l’elezione alla Camera dei Deputati. Vinse e divenne autorevole parlamentare. Qualche anno dopo, e siamo arrivati al 1997 fu Beppe Pericu l’uomo scelto dal centro sinistra per battere la schioppettante e dirompente novità di Carlo Castellaneta, medico con la passione della politica urlata, che parla senza fronzoli e mediazioni alla pancia della gente e che raccoglie attorno a sé un ampio consenso che lo porta a pochi voti dall’elezione a Sindaco di Genova. Anche in quel caso, seppur di misura, vince Beppe Pericu ed inizia per Genova il periodo più bello degli ultimi 20 anni.
Pericu riesce, grazie alla sua indiscussa competenza e autorevolezza, alla sua straordinaria intelligenza e capacità di visone a immaginare un percorso per Genova, in forte crisi politica e industriale, di rilancio e rigenerazione che non per caso venne giustamente definito un nuovo rinascimento che, come dirà Maggiani” altro non è che l’identità perduta e ritrovata”.
Genova conosce in quegli anni, sotto la guida ferma e generosa di Pericu, il fascino dell’internalizzazione vincendo quella ritrosia un po’ provinciale che rischiava di travolgerla nella crisi industriale e nella perdita di capacità della politica di governare complessi processi di ripresa. Non fece tutto da solo, ovviamente, e fu dirimente la scelta del governo di indicare Genova quale sede per il vertice del G8 ma fu necessaria la sua autorevole condivisione perché questo evento, pur con il carico greve di tragedia che lasciò in città, potesse avere luogo. Nacque da quell’occasione il primo grande disegno di rigenerazione urbana che vide lavorare insieme personalità di primo piano come Renzo Piano, il prof. Bernard Winkler, l’assessore all’Urbanistica al Centro Storico Bruno Gabrielli, ( grande amico di Pericu ) le aziende del Comune e anche dirigenti di allora che con grande entusiasmo collaborarono alla riuscita dell’evento quanto meno sotto il profilo delle grandi trasformazioni urbane che riguardarono sostanzialmente il Centro, il Centro Storico e il Porto Antico, ponendo le basi per Genova 2004 Capitale Europea della Cultura.
Vengono rifatte Piazza de Ferrari, Piazza Caricamento, pedonalizzate San Lorenzo, Garibaldi e Cairoli, la città splende e presto viene il riconoscimento dell’UNESCO per i Rolli e Strade Nuove quale Patrimonio dell’Umanità. Le ferite aperte dal G8 difficili a rimarginarsi, lasciano indelebile tra i tanti avvenimenti, la discesa in maniche di camicie del Sindaco per dialogare con i manifestanti calcati contro le recinzioni della zona rossa. E poi il dolore e la rabbia per la morte di Giuliani, l’assalto alla Diaz, gli attacchi dei black bloc, i pestaggi a inermi manifestanti, la città distrutta nelle aree dove l’incursione dei black bloc hanno potuto agire quasi indisturbati. Mi sovviene qui un ricordo che merita riportare a galla. Io godevo della più ampia fiducia del Sindaco e come assessore alla Polizia municipale partecipavo in sua vece ai comitati per l’ordine e la sicurezza pubblica. In occasione del G8 il ruolo, giustamente anche per il carattere di riservatezza che la situazione richiedeva, lo riassunse per intero il Sindaco lasciando a me la partecipazione a incontri più organizzativi. Io dovetti occuparmi di dare assistenza alle imprese selezionate per la chiusura delle strade della zona rossa con l’ausilio dei tecnici del settore traffico e della polizia municipale; naturalmente lo scambio di informazioni era costante data anche la delicatezza della situazione. Tuttavia scoprimmo la mattina precedente l’inizio degli incontri del G8 che nottetempo qualcuno in alto decise, senza darne alcuna informazione al Sindaco, di posizionare lungo ampi tratti della strada a mare dei container come ulteriore elemento di difesa e protezione. Il sindaco mi chiese se ne ero al corrente, ovviamente se lo fossi stato lo avrei informato. La cosa lo fece semplicemente imbestialire. E non la prese bene ma, come era nel suo stile, non fece alcuna polemica pubblica.
I giorni successivi alla chiusura del grande evento internazionale furono naturalmente dedicati alla valutazione dei gravi episodi emersi durante i pochi giorni dell’evento ma anche al ripristino il più veloce dei danni provocati al patrimonio pubblico dagli scontri di piazza, cercando di riportare il più possibile un clima di serenità in una città sconvolta da quanto accaduto e che doveva prepararsi all’evento del 2004, tutto ancora da conquistare e per il quale il gran lavoro fatto per il G8 poteva essere un ottimo biglietto da visita. Fu proprio grazie all’autorevolezza di Pericu, alla sua rete di relazioni istituzionali e politiche che la nomina a Genova quale Capitale della Cultura per il 2004 (il cui iter iniziò con il sindaco Sansa) venne ufficializzata e formalmente assegnata alla città. Ripartì così un intenso lavorio di cura della città volto a rendere bella Genova oramai finita, non solo per gli incidenti, sulle principali testate del mondo, per la bellezza e il fascino che i numerosi giornalisti al seguito del G8 poterono apprezzare. Addirittura Le Monde titolò:”Genes capitale culturelle de l’Europe 2004, s’invente un autre Siècle d’or” ma non andava lontano dalla realtà perché non solo vennero riportati alla luce lo splendore di palazzi storici ma iniziò a prendere corpo una città in grado di invertire tutti i parametri negativi del decennio precedente. Crebbero in quel periodo insediamenti aziendali, popolazione, turismo, occupati, laureati. Insomma quel modello di città per cui Pericu, anche attraverso le conferenze strategiche come strumento per la programmazione degli interventi necessari allo sviluppo e alla crescita della città aspirava e sulla quale si confrontò più volte con Pasquale Maragall sindaco di Barcellona, allora modello di sviluppo a cui riferirsi. G8 prima e 2004 dopo sono dunque i due elementi che hanno caratterizzato la pressante azione amministrativa volta a ridisegnare il profilo della città, restituirle dignità e orgoglio internazionale, invertendo la propensione al declino che la perdita di centri direzionali e insediamenti industriali facevano intravedere. Tutto questo avveniva con grande attenzione ai bisogni “sociali” della comunità genovese e per i quali si arrivò a proporre il Piano Regolatore Sociale. Insomma fu una stagione fervida di iniziative imprenditoriali, culturali, sociali rese possibili dalla particolarità di un Sindaco di straordinaria intelligenza, cultura, ironia, sensibilità sociale e indubbia autorevolezza. A mio avviso fu il primo caso, nella storia della città, di un Sindaco che si avvalse della pianificazione strategica come strumento di intervento…
Vanno peraltro ricordate azioni coraggiose anche sotto il profilo imprenditoriale quali gli interventi di riorganizzazione di AMT portati avanti dopo un serrato confronto con le organizzazioni sindacali, la riorganizzazione della macchina comunale secondo l’istituzione di aziende autonome sotto il profilo della gestione economica finanziaria ( e quindi maggiormente responsabilizzate) come ASTER e SPIM, la riorganizzazione della Polizia Municipale, il grande piano parcheggi ex lege Tognoli che consentì di realizzare in città almeno 10.000 posti auto in struttura e altri grandi parcheggi come per esempio quello di Via Madre di Dio, il prosieguo della Metropolitana con le aperture di nuove stazioni, l’avvio di importanti progetti infrastrutturali quali la strada a mare, la Gronda bassa, i primi accordi con le Ferrovie per il Nodo di Genova, il progetto del Waterfront di Renzo Piano con la costituzione dell’Agenzia per il Waterfront , la creazione di Erzelli, l’insediamento dell’IIT a Morego e un infinità di opere minori nei quartieri della città cui prestava costante attenzione come la fascia di rispetto di Prà. E la straordinaria iniziativa di chiusura del forno a caldo dell’Ilva e il conseguente accordo di programma che consentì da subito di salvaguardare tanti posti di lavoro e porre le basi per un irreversibile processo di riqualificazione e rigenerazione urbana di cui in questi mesi si è colta l’importanza con la nuova Via Cornigliano. In sintesi, pur consapevole di aver tralasciato molte delle importanti azioni che Beppe Pericu dedicò a Genova, penso che gli vada riconosciuto il merito di aver iniziato il terzo millennio restituendo a Genova il profilo di città operosa, culturale, internazionale, che, superata la crisi industriale cerca una nuova strada come polo della scienza e della conoscenza senza rinunciare a valorizzare la lunga tradizione marittimo commerciale che ne segna da sempre il destino. Insomma un grande Sindaco che ha dato molto alla sua città e che è stato comunque ricambiato dall’affetto e dalla riconoscenza di tutti i cittadini.
Arcangelo Merella
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