I Balcani tornano ad essere l’ago della bilancia per la stabilità in Europa
Bruxelles – “La cosa più importante è che lavoriamo insieme e che gli Stati dei Balcani occidentali abbiano una buona opportunità di diventare veri membri dell’Ue. Hanno lavorato così duramente e il nostro compito è fare in modo che questo accada. Attendono da quasi 20 anni la possibilità di aderire all’Unione europea, ed e’ della massima importanza che ciò diventi una promessa credibile”.
Così il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, al suo arrivo al vertice Ue-Balcani occidentali a Bruxelles.
Anche il Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, entrando al vertice Ue-Balcani occidentali ha dichiarato : “Ci sono discussioni in corso in Bulgaria, stiamo seguendo da vicino la situazione”, sottolineando l’impegno dell’Ue per superare lo stallo nell’avvio dei negoziati di adesione di Albania e Macedonia del Nord, bloccato finora dal veto di Sofia per una disputa identitaria con Skopje. Al vaglio delle autorità bulgare è una proposta della presidenza francese del Consiglio dell’Ue, con cui, spiega ancora il capo del Consiglio europeo, si punta a far cadere l’opposizione della Bulgaria e far avanzare così i dossier di Macedonia del Nord e Albania, “in cima alla priorità dell’Ue”.
La presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola arrivando al vertice a Bruxelles sui Balcani occidentali che precede il Consiglio europeo ha dichiarato: “Oggi e’ un giorno in cui dovremmo veramente iniziare a parlare dei negoziati di adesione della Macedonia del Nord e dell’Albania, dovremmo veramente iniziare a parlare di liberalizzazione dei visti per il Kosovo all’interno del vertice, perchè questo è un giorno in cui abbiamo anche bisogno di guardare ai Balcani occidentali come Paesi che sono vicini e “dovrebbero trovare un posto nell’Unione europea”.
Roberta Metsola si e’ anche pronunciata perchè venga concesso lo status di candidato all’Ue anche alla Georgia, oltre a Ucraina e Moldavia come nel parere espresso dalla Commissione europea: “Dobbiamo accettare tutti e tre i Paesi come una sorta di paesi candidati” e comunque oggi sarà “un giorno storico” perche’ abbiamo una guerra nel nostro continente e perchè concederemo lo status di candidato, almeno spero, all’Ucraina e alla Moldavia”.
Quello che traspare in maniera evidente dalle parole dei principali capo di governo europei è che per la stabilità europea la Regione Balcanica è fondamentale. Lo strappo tra Serbia e Kosovo non si è mai ricucito, e i nazionalisti serbi, che sono molti, continuano a considerare il riconoscimento dell’indipendenza unilaterale Kosovo un vero e proprio abuso. Indipendenza che in quel febbraio del 2008, dopo la firma degli Stati Uniti, arrivò a ruota la nostra.
La Regione, quella relativa alla ex Jugoslavia, è divisa tra musulmani di lingua albanese, serbi russofoni, montenegrini, macedoni e bosniaci. Se il prezzo per non doversi occupare di quella enorme pentola a pressione che sono i Balcani è l’ingresso della Serbia nella comunità europea, è accettabile.
D’altrone in Kosovo gli americani e i loro dollari sono presenti da sempre e pensare a un ritorno egemonico serbo in quella regione non ha alcuna ratio.
Perchè in definitiva, tutto è cominciato in Kosovo, tutto finirà in Kosovo.
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