In attesa della presentazione della Giunta che governerà Genova nei prossimi 5 anni, Arcangelo Merella ci dà una lettura del voto e la lista delle cose da fare in città
Genova – Il prossimo weekend non sarà di ballottaggio: il Sindaco Marco Bucci è stato riconfermato, raccogliendo lo stesso numero di voti assoluti, 112.000, che lo fece eleggere Sindaco al ballottaggio di cinque anni fa, questa volta però al primo turno (quando furono 89.000 i voti nel 2017) e con un numero di votanti in contrazione di circa 25.000 elettori rispetto alla precedente tornata.
La sua è stata la vittoria del candidato Sindaco e di un civismo senza bandiera e non, come si tenta di far credere con eccesso di semplificazione, la vittoria del Centrodestra. Le liste civiche, o comunque non espressione esplicita dei partiti della sua coalizione, hanno raccolto il 60% dei voti di lista a suo supporto corrispondenti al voto di un elettore su tre di questa tornata amministrativa.
Il candidato Sindaco raccoglie quasi sempre più preferenze dirette rispetto alla somma dei voti alle liste che lo sostengono, e in questa tornata elettorale i voti per il solo Sindaco sono stati circa 7.000 in più rispetto a quelli espressi per le liste della coalizione. Seppur necessari per la conferma al primo turno, sono invece stati sotto le aspettative dei rispettivi leader i risultati dei partiti di centrodestra.
Secondo le analisi dei flussi elettorali, come quella proposta da Youtrend, il candidato Sindaco Bucci è quello che ha saputo indirizzare a sé in misura maggiore il voto di chi non andò a votare nel 2017, accogliendo inoltre parte dei voti espressi a suo tempo per altri candidati civici e, soprattutto, che non ha disperso il voto raccolto a suo favore, come accaduto in parte per la coalizione di centrosinistra e, soprattutto, per il M5S.
Difatti non cresce un PD che inglobava in queste elezioni anche il PSI e Articolo Uno e che supera di poco il 21%.
In assoluto il PD perde 3.000 voti rispetto a cinque anni fa, il M5S più di 30.000 ed è in negativo anche il confronto dei voti riconducibili all’area più a sinistra della coalizione. Anche la lista del candidato sindaco ottiene un risultato al di sotto di quello ottenuto dalla lista del candidato sindaco di centrosinistra di cinque anni fa.
La distribuzione dei consiglieri comunali e i relativi seggi conquistati probabilmente rendono meno amaro il risultato per molti ma la contrazione dei voti a quasi tutte le liste, se non appunto a quelle a supporto del riconfermato Sindaco Bucci, sembra esser un’evidenza difficilmente discutibile. Come oggettiva è la crescente astensione, probabilmente tipica delle democrazie mature ma altrettanto dolorosa per chi crede che democrazia sia partecipazione e il voto un dovere tanto quanto un diritto.
La lettura del voto premia quindi indubbiamente, a torto o ragione, l’operosità del Sindaco uscente che peraltro si riverbera anche nel sostegno dato ad alcuni candidati della sua lista come Pietro Piciocchi e Matteo Campora, tra i più attivi assessori della Giunta uscente.
I cittadini hanno così voluto dare un’indicazione precisa: la città deve continuare il suo processo di sviluppo incentrato sul fare, che tanti cittadini hanno individuato in modo particolare nella giunta precedente il primo mandato di Bucci, contro la politica del no e dell’immobilismo.
D’altronde la lettura della sconfitta della coalizione di centro sinistra (più sinistra che centro) non può non tenere conto della coalizione che il PD ha voluto mettere insieme inglobando partiti e movimenti come 5 Stelle, Lista Sansa, Linea Condivisa e Verdi tendenzialmente ostili alle grandi opere infrastrutturali; ma soprattutto ne è uscito penalizzato il PD che di quella coalizione è il perno- e con esso il candidato sindaco- che, pur avendo una visione non collimante con quella dei suoi alleati più radicali, ne ha subito i condizionamenti, non facendo mai emergere con chiarezza le proprie proposte programmatiche.
La netta vittoria dovrebbe consentire ora al Sindaco Marco Bucci di traguardare con sufficiente autonomia i 5 anni della prossima consiliatura e portare a compimento i tanti progetti comunicati, in parte già avviati e in parte annunciati ma tutti tenuti insieme dalla ampia provvista finanziaria già assegnata. Inizia quindi ora la vera sfida, quella che può cambiare, a quasi vent’anni dall’ultima volta, il volto alla nostra città, facendo leva sulle importanti risorse di cui disporrà.
Non sarà un percorso facile: occorrerà avere compattezza nella squadra di governo della città e confrontarsi con la cittadinanza rispetto ad alcune iniziative ampiamente annunciate come, per esempio, lo Sky Metro della Valbisagno e la funivia per Forte Begato, fortemente volute dal neo Sindaco e già finanziate, ma osteggiate da comitati vari vicini allo schieramento di sinistra, che ne ha fatto forse l’argomento più rumoroso nella campagna elettorale appena conclusa.
Non dimenticando peraltro questioni rilevanti come i deposi chimici, l’assetto degli impianti ferroviari in val Polcevera e la nuova diga, gli assi del trasporto urbano, le ciclabili che tanto hanno fatto discutere e che finalmente chiedono il definitivo pronunciamento; la vera sfida sarà affrontare l’inderogabile declinazione per la città dell’ampio tema della transizione ecologica.
Per Genova significherà mettere mano al sistema della mobilità, chiedendo ai cittadini nuovi cambi di abitudini e comportamenti, accelerare i temi della smart city e della città a 15 minuti, rafforzare il sistema dei servizi on line, puntare sulla qualità urbana – verde, manutenzione di parchi e ville storiche, marciapiedi e strade, pulizia della città – e sull’uso consapevole e responsabile delle risorse, cercando anche di dare un assetto più solido al sistema del welfare che è indispensabile non solo per superare ingiustizie ed emarginazioni ma altresì per accrescere l’attrattività della nostra città.
A tanto sono chiamate ora sia le forze civiche sia quelle politiche che hanno manifestato fiducia in Marco Bucci e altrettanto senso di responsabilità è lecito attendersi dall’opposizione, in una fase caratterizzata dalla ampia disponibilità di risorse che dovranno esser ben spese, sotto ogni profilo, con l’unico interesse del benessere della nostra intera comunità.
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