I mal di pancia in maggioranza per gli assessorati non sono passati e Bucci forse si tiene anche la Presidenza del Consiglio
Comunione e Liberazione coniò il nome “Costruttori di Futuro” per i propri Meeting di Rimini. A prescindere da chi lo inventò è un motto significativo. Oggi qui a Genova e dintorni l’impressione è di trovarsi davanti all’esatto contrario.
Distruttori di futuro ? Di cosa parliamo? Partiamo, ad esempio, dal Sindaco di Genova, meritatamente riconfermato per quel che ha fatto e per quel che ha comunicato, e il confronto con Fratelli d’Italia: come dicevamo l’incontro (o lo scontro) fra due modi di fare politica.
Quella del Sindaco è volta al risultato, del “fare” nel senso di raggiungere il (proprio) obiettivo, senza ripensamenti e soprattutto senza accettare compromessi né mediazioni; insomma, senza fare prigionieri.
Guai a chi perde e nessun dubbio su chi ha ragione, ammesso che questo elemento sia parte dell’equazione. Anche se è vero che il Sindaco ha avuto, o è riuscito a prendersi, ragione decisamente più spesso che no.
Ma nessun uomo è un’isola, autosufficiente di per sé, come diceva un antico saggio inglese e se il Sindaco sembra non conoscere questa idea, l’unico partito che tiene testa al primo cittadino, Fratelli d’Italia, ragiona in termini di coalizione e almeno apparentemente punta al successo del gruppo piuttosto che del singolo. Il medico a capo del partito della Meloni in Liguria non concepisce la vittoria totale, la distruzione dell’avversario, la gloria o morte. E’ costantemente preoccupato del domani, delle conseguenze di ciò che fa – per sé, per il partito e anche per tutti gli altri (mettete i tre elementi nell’ordine che volete) – e quindi cammina sempre sul filo democristiano come le sue non rinnegate origini delle ragioni di tutti e quindi del compromesso e della condivisione delle scelte.
Chiaramente, nel confronto col Scindicu cu cria Rosso parte svantaggiatissimo e come abbiamo visto in questi giorni quasi sempre destinato alla sconfitta, dato che il Sindaco non dà, ma prende, e come ha avuto in più occasioni modo di dire apertamente lui i partiti li usa.
E quindi, mentre molti in FdI mormoravano che forse dare davvero l’appoggio esterno sarebbe stato la scelta corretta, svincolando il partito dall’ingrato ruolo di servitore, pardon, sostenitore obbligato, pardon, fedele partner della Giunta Bucci e allo stesso tempo facendo fare al Sindaco un bagno di umiltà, il capo di Fratelli d’Italia non se l’è sentita di rompere per davvero e ha accettato le proposte del Sindaco.
Ma come abbiamo detto nel sommario, i mal di pancia in seno alla maggioranza sono tutt’altro che superati. Rimane il dubbio a chi andrà la presidenza del Consiglio comunale, che è una dei nodi che possiamo definire pomo della discordia. Visto che oggi Bucci non sa a chi darlo (altrimenti lo avrebbe già fatto), perché non accontentare il partito della Meloni creando con loro un forte debito di riconoscenza ? Perché così facendo avrebbe costruito il futuro in luogo di distruggerlo e avrebbe smentito il titolo di questo articolo.
Il Sindaco sembra invece generosamente deciso a confermare quanto leggete qui, e sembra quindi decisamente orientato alla soluzione più facile per prendersi anche la Presidenza del Consiglio mettendo un suo fedelissimo come Carmelo Cassibba, sebbene il ruolo non sia perfettamente cucito e adatto al coordinatore di Vince Genova. Marco Bucci farebbe l’en plein delle cariche apicali in Comune: Sindaco, Vice sindaco con Piciocchi (e qui ci sta, l’Avvocato cattolico è sicuramente il n. 1 per meriti della passata sindacatura e presumibilmente della prossima), e Presidenza del Consiglio.
Così come è stato per il resto delle decisioni per la costruzione della Giunta: gli Assessori devono piacere a me – dice il Sindaco (e quindi per Fratelli d’Italia, ad esempio, si prende quello che è più amico suo e che non appartiene alla corrente del coordinatore regionale Matteo Rosso, Sergio Gambino, e lo stesso vale per la sua compagna di campagna elettorale, Alessandra Bianchi, che da neofita della politica si trova proiettata a fare l’Assessore della sesta città italiana).
Lo stesso vale per le deleghe, prendendo le deleghe più prestigiose e lasciando agli alleati quel che resta.
Una brillante vittoria oggi ma che lascia molti dubbi, e altrettanti strascichi, per il domani. Una distesa di pozzi (inutilmente?) avvelenati che bisognerà lavorare per bonificare, se qualcuno vorrà farlo.
E il richiamo al domani ci porta in Regione. Eh sì ce n’è anche per Giovanni Toti sempre più proiettato alla politica nazionale, sempre più alla ricerca affannosa di soci per l’avventura “al centro” e quindi sempre più distante dal ruolo per cui è stato eletto e per cui pagano le tasse i cittadini liguri che è quello di amministrare la Regione. Che poi viene da chiedersi: ma la ricerca di soci sempre “al centro” equivale a trovare consensi ? Tutta la compagnia di giro “centrista”, Toti, Calenda, Renzi e oggi anche Luigi di Maio che si fanno forti (?) della loro pattuglia di parlamentari uscenti, riusciranno a raccogliere tanti voti ?
E quindi cosa farà il nostro presidente di Regione in vista delle politiche ? Si dimetterà più o meno all’improvviso dall’incarico ? Costringerà dunque con le politiche anche a una nuova campagna elettorale regionale ? Si farà anche lui distruttore, e non costruttore, di futuro ? Anche perché, ci chiediamo, a destra chi c’è come candidato forte? Di nuovo Bucci?
Si, proprio Bucci, perché no ? In fondo le recentissime comunali hanno mostrato che quello Bucci-Toti è un blocco di voti unitissimo e apparentemente (per merito di Bucci) anche in crescita. Quindi, non facciamoci mancare niente e costringiamo anche il comune a una nuova campagna elettorale.
Distruttori di futuro. Ma molto tecnici.
C.L.
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