I lavori, che rientrano nel conto del Pnrr, dovranno essere ultimati entro il 31 dicembre 2025. Incognita sugli extra costi delle materie prime
Genova – 23.000 metri quadrati di copertura, 18.000 di impalcato, due rampe per dare continuità alla pista ciclabile e 770 kilowatt di fotovoltaico per l’illuminazione del tunnel e del parco lineare. Sono questi alcuni numeri del progetto per la copertura di Lungomare Canepa, messo a punto da Sviluppo Genova e presentato ieri in un incontro pubblico al Centro Civico Buranello di Sampierdarena cui ha partecipato anche Michele Colnaghi, appena riconfermato presidente del Municipio Centro Ovest.
Un’opera da 40.000 milioni di euro sulla quale incombono tempi di realizzazione molto stretti, come richiede il Pnrr in cui è inserita, e l’incognita degli extra costi per far fronte ai rincari dei materiali da costruzione e dell’energia.
“Il problema degli extra costi riguarda tutte le opere finanziate dal Pnrr e il Governo sta pensando a un incremento forfettario delle risorse per consentire il finanziamento dei progetti”, ha spiegato il Vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici, Bilancio, e Infrastrutture strategiche, Pietro Piciocchi, assicurando però che “per noi questo non è un ostacolo. Noi siamo in fase di progettazione, che è stata già finanziata, e gli incarichi sono stati affidati”.
Un piano alle prime battute, dunque, che all’assemblea di ieri non ha incassato l’unanimità.
“La richiesta di questa tipologia di intervento non è unanime e non è partita dal Municipio” ha voluto sottolineare Fabrizio Maranini, ex Presidente della Seconda Commissione del Centro Ovest, che poi ha ribadito come Lungomare Canepa abbia perso la sua funzione di bypass cittadino con la ricostruzione del ponte San Giorgio e che gran parte del traffico pesante sarà deviato con l’adeguamento della sopraelevata portuale.
Insomma, ha detto Maranini, “con minor spesa si potrebbe usare l’esempio di barriera acustica che abbiamo nella Guido Rossa, ridimensionando un po’ il progetto” ed evitando di “andare a realizzare una promenade attigua elle banchine portuali dove qualcuno vorrebbe mettere i depositi chimici“.
Un intervento provocatorio che non preoccupa Piciocchi: “Trovare l’unanimità su una grande opera penso che non sia possibile, soprattutto in questa città dove sappiamo che le grandi opere possono essere divisive” ha detto mettendo l’accento sul fatto che “la responsabilità dell’amministrazione è quella di prendere le decisioni” e “io ho sentito più pareri favorevoli che contrari”.
Dello stesso avviso, è ovvio, anche Silvia Giardella. La presidente del Comitato Lungomare Canepa però ha lanciato la palla più lontano e sul dislocamento dei depositi chimici a Ponte Somalia e sull’idea che il parco lineare possa servire da compensazione ha ribadito il suo no: “Non si devono fare e non si possono fare. E non esiste un aggancio per cui qualcuno potrà dire che se si fa la galleria e allora si possono spostare i depositi. Sono due cose diverse. La galleria sta mitigando una servitù impattante che ci hanno imposto con questa bretella autostradale, quindi va fatta”. Quanto ai depositi “siamo per l’opzione zero e noi ci batteremo perché non ci arrivino mai”.
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.