Ue, stretta sui pesticidi per proteggere la salute e le api

Si punta a dimezzarne l’uso entro il 2030. Proibiti nei parchi pubblici

Bruxelles – Un nuovo regolamento sull’impiego sostenibile dei pesticidi per dimezzarne l’uso entro il 2030. È l’ultima proposta della Commissione Ue che rilancia la strategia dal “produttore al consumatore” (from farm to fork): una serie di obiettivi vincolanti per l’utilizzo dell’agrochimica, per la tutela della biodiversità e della salute umana e delle api.
L’esecutivo Ue ha inoltre iniziato a preparare le carte per vietare l’importazione di alimenti con residui di tiametoxam e clothianidin, due sostanze insetticide largamente usate nell’agricoltura di tutto il mondo. Inserite nella classe dei neonicotinoidi, non sono approvate in Europa perché contribuiscono alla morte delle api. Per l’Ue, la questione è un tema ambientale che ha una portata globale “ed è quindi difendibile all’interno del Wto”, sottolinea un funzionario della Commissione. Vedremo quale sarà la risposta dei Paesi partner dell’Organizzazione mondiale del commercio in cui i neonicotinoidi sono ancora utilizzati.
Di certo il tema è legato strettamente a quello della food security, tornato in cima all’agenda politica a causa della guerra in Ucraina e, più recentemente, per la siccità che in Italia si è mangiata il Po.
Gli eventi climatici in corso in Europa “minacciano la sicurezza alimentare: il 70% dei suoli è in cattive condizioni e questo limita la produzione di cibo”, ha detto il vicepresidente dell’esecutivo Ue, Frans Timmermans, citando l’esempio italiano “dove la siccità estrema sta portando a un’orribile carenza d’acqua”. “Se non è questo il momento” di agire sul clima, allora “quando?”, ha aggiunto.
Per la Commissione, la stabilità e la sicurezza degli approvvigionamenti alimentari nel lungo periodo si garantiscono accelerando l’azione per il clima. E così Bruxelles rilancia sul suo piano decennale per i sistemi alimentati sostenibili. Il target del 50% (rispetto al 2015-17) di riduzione dei pesticidi è il primo annunciato dalla Strategia Farm to Fork che viene tradotto in un regolamento e potrebbe diventare vincolante per legge.
Gli Stati membri, che dovranno preparare piani nazionali e report annuali, avranno margini di flessibilità e potranno scendere al 35% di riduzione, ma solo se dimostrano di avere già portato a casa dei risultati dal 2011.
La Commissione europea propone inoltre di vietare i pesticidi nei parchi cittadini. Ma gli obiettivi sull’agrochimica per invertire il declino degli insetti impollinatori sono solo due tra quelli per il “ripristino della natura” che l’esecutivo europeo indica agli Stati membri come legalmente vincolanti per coprire entro il 2030 almeno il 20% delle aree terrestri e marittime Ue con misure per il recupero della biodiversità. Secondo le nuove regole, i Paesi Ue saranno chiamati a maggiori sforzi in termini di monitoraggio, comunicazione ed esecuzione dei target ambientali Ue, attraverso Piani Nazionali per il Ripristino. Gli obiettivi riguardano tutti gli ecosistemi. La proposta prevede un minimo del 10% di copertura arborea in ogni città, target vincolanti per il recupero delle torbiere oggi utilizzate come suoli agricoli (principalmente in Nord Europa), e per la rimozione delle barriere fluviali in modo in modo che almeno 25mila chilometri di fiumi europei siano riportati allo stato di libero scorrimento entro il 2030.

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