Ora l’atto delegato può continuare il suo iter verso l’approvazione: previsto per l’11 luglio il passaggio davanti al Consiglio dell’Unione Europea
Bruxelles – Il Parlamento europeo ha bocciato la risoluzione che diceva no a gas e nucleare in tassonomia. Nella plenaria di oggi hanno votato contro 328 eurodeputati, mentre i favorevoli sono stati 278 e gli astenuti 33. Per costringere la Commissione Ue a ritirare o almeno a emendare la sua proposta occorreva la maggioranza assoluta, e cioè 353 europarlamentari che avrebbero dovuto esprimersi a favore.
Con questo voto, invece, l’atto delegato della Commissione può continuare il suo iter verso l’approvazione. E infatti è previsto per l’11 luglio il passaggio davanti al Consiglio dell’Unione Europea. Se non si opporrà, la tassonomia entrerà in vigore così com’è il 1° gennaio 2023.
Un voto annunciato
Il 14 giugno scorso Econ ed Envi – la Commissione per i Problemi economici e monetari e la Commissione Ambiente del Parlamento – in seduta congiunta avevano detto no a gas e nucleare in tassonomia, lasciando ben sperare in una posizione forte degli europarlamentari contro il greenwashing sdoganato da questo documento. Ma oggi invece l’Eurocamera si è spaccata. E i segnali c’erano stati tutti. A cominciare dalle dichiarazioni di ieri del Vicepresidente della Commissione, Frans Timmermans, che si era già detto sicuro: “Francamente credo che il provvedimento su gas e nucleare passerà in Parlamento, cioè non sarà respinto”, aveva sottolineato parlando del cambiamento climatico e della tragedia della Marmolada.
Favorevoli e contrari
Gli eurodeputati del Pd e il Movimento 5 Stelle hanno votato tutti contro gas e nucleare. Si sono astenute, invece, Chiara Gemma e Daniela Rondinelli, passate a “Insieme per il futuro”. Il Centrodestra, escluso Herbert Dorfman del Sudtiroler Volkspartei, ha votato compatto per la tassonomia così com’è stata presentata dalla Commissione, con il gas e il nucleare classificati come energie verdi.
Le reazioni degli europarlamentari
“L’esito del voto di oggi al Parlamento Ue sull’inclusione di gas e nucleare nella tassonomia dimostra in modo drammatico la miopia e la sudditanza alle lobby del fossile di una certa politica che ancora una volta antepone il mero profitto alla salute dei cittadini e alla tutela del pianeta”. È il commento di Eleonora Evi e Angelo Bonelli, co-portavoce nazionali di Europa Verde e di Nicola Fratoianni, di Sinistra Italiana.
Dura anche la reazione del capo delegazione del Pd, Brando Benifei: “Noi abbiamo sostenuto la linea, che non è passata anche se il Parlamento risulta diviso in due, di respingere questa proposta di tassonomia perché riteniamo non sia nell’interesse dell’Europa ma nemmeno dell’Italia pensare di dare un messaggio agli investitori che investire oggi su gas e nucleare sia da sostenere quanto investire sulle energie pulite. Purtroppo questa posizione non è passata anche se un blocco ampio, quasi metà del Parlamento, ha voluto esprimersi in maniera chiara. Spero che la Commissione europea nei passaggi successivi e anche gli investitori ne tengano conto”.
“Questa tassonomia, che ha ricevuto il via libera del Parlamento europeo, è un danno per l’ambiente, per l’Italia e per il futuro dell’Europa. Sarà molto difficile per l’Unione europea spiegare ai cittadini come sia possibile finanziare la crescita sostenibile con due fonti energetiche che sostenibili per definizione non sono”, aggiungono gli eurodeputati del M5s, Laura Ferrara e Fabio Massimo Castaldo.
Esultano invece gli europarlamentari della Lega Marco Zanni e Marco Campomenosi, che salutano il voto con entusiasmo: “Esprimiamo grande soddisfazione per questo risultato. Nucleare pulito e gas sono essenziali per il mix energetico e per rendere l’Europa autonoma, senza dipendere da altri Paesi”. E poi sulla spaccatura del Parlamento hanno incolpato la Commissione Ue e le sue politiche energetiche definite “divisive”.
Ecco cosa prevede l’atto che ha ricevuto l’ok dal Parlamento europeo
La tassonomia Ue è una classificazione che stabilisce i criteri comuni di definizione delle attività economiche sostenibili dal punto di vista ambientale. A febbraio la Commissione ha presentato il testo che include il gas e il nucleare tra queste attività green, che così diventano finanziabili. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che la tassonomia è un documento economico: “Una guida pratica – scrive la Commissione – per politici, imprese e investitori su come investire in attività economiche che contribuiscano ad avere un’economia che non impatti negativamente sull’ambiente”.
Pioggia di ricorsi?
Non è d’accordo con questa visione della transizione green Legambiente che con una nota stampa fa sapere che chiederà “al governo italiano di sostenere il ricorso alla Corte di Giustizia già annunciato da Austria e Lussemburgo contro la proposta della commissione”. Lo stesso annuncia Greenpeace che però sembra lasciare aperto uno spiraglio per la Commissione. E infatti, “prima che l’azione legale abbia inizio”, Greenpeace presenterà alla commissione Europea “una richiesta formale di revisione interna. In caso di esito negativo, porterà la causa davanti alla Corte di Giustizia europea”.
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.