Minori non accompagnati e violenza, Lodi: no alla gestione emergenziale, l’accoglienza deve essere strutturata

La consigliera Pd è stata delegata dall’ex sindaco Marco Doria alle Politiche dell’immigrazione di Città Metropolitana

Genova – “Io credo che quando l’accoglienza è strutturata e si permette agli operatori del terzo settore di lavorare bene, già questo possa ridimensionare il fenomeno”.
Ne è convinta Cristina Lodi, consigliera comunale del Pd e già delegata dall’ex sindaco Marco Doria alle Politiche dell’immigrazione di Città Metropolitana, che sulla violenza delle baby gang multietniche che circolano nella nostra città sottolinea: “Si tratta di ragazzi che non parlano la nostra lingua, con i quali bisognerebbe instaurare un legame e non lavorare sempre e solo con l’urgenza. Servono spazi e tempi per prevenire questi fenomeni”.
E invece ci si ritrova spesso a mettere una pezza a situazioni che ormai sono degenerate, trasformando il disagio in crimine.
Lo abbiamo visto spesso negli ultimi tempi a Quinto, al Lagaccio e in Centro Storico. Una polveriera che si alimenta di tante cose, prima fra tutte i picchi dei flussi migratori.
“Non è una novità che i flussi migratori seguano alti e bassi e che l’estate sia un periodo di boom degli arrivi”, spiega Lodi aggiungendo che “l’emergenza richiedenti asilo e l’accoglienza dei minori non accompagnati dovrebbe essere un’azione organizzata e governata strutturalmente da un’amministrazione comunale” e non affrontata in urgenza. E la ricetta secondo Lodi esiste già: “Io credo che questa amministrazione dovrebbe tornare a fare quello che si faceva prima e di cui io rivendico anche un po’ la partecipazione perché ero consigliere della città metropolitana delegata da Marco Doria. Credo, cioè, che si debba tornare a fare un coordinamento costante e continuativo tra prefettura, amministrazione comunale, città metropolitana e ovviamente il terzo settore, per governare gli arrivi mettendo tutto a sistema”.
Ed è quello che sta cominciando a fare l’assessore delegata ai Servizi sociali, Lorenza Rosso, che per il 18 luglio ha organizzato un tavolo con prefetto e questore.
“Questo è solo un primo passo” commenta Lodi concludendo con un suggerimento: “Il Comune non deve arrivare a questo tavolo impreparato, ma con una proposta sinergica per rendere strutturale l’accoglienza”.

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Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.