Così il premier albanese, Edi Rama, nell’incontro di oggi con Jens Stoltenberg: “Il dialogo con la Serbia è fondamentale per prevenire cattive influenze”
Bruxelles – “Nei Balcani occidentali bisogna prevenire ogni escalation e che le cattive influenze diventino problematiche per la nostra regione” e “occorre mantenere aperto il dialogo con tutti i Paesi, inclusa la Serbia, che non è parte dell’Alleanza” atlantica “ma che è parte della nostra regione”.
Lo ha dichiarato il primo ministro albanese, Edi Rama, dopo l’incontro di oggi con il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg.
“Come Paese candidato all’adesione all’Ue continueremo a ricoprire il nostro ruolo tradizionale nel sostegno della pace, della riconciliazione e della stabilità nella regione”, ha aggiunto Rama rivendicando il peso dell’Albania in quel futuro europeo che il Paese attende da tempo.
Entrata nella Nato nel 2009 con un ruolo marginale, già nel vertice di Madrid di fine giugno Tirana aveva dimostrato di volere un ruolo più attivo nell’Alleanza atlantica, tant’è che aveva dichiarato che erano in atto i colloqui per organizzare una base navale a Porto Romano, a 5 chilometri da Durazzo: un nuovo supporto logistico per le operazioni Nato nel Mediterraneo.
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.