Proseguono a ritmo sostenuto gli stoccaggi in vista della stagione invernale con un riempimento che oggi è stimato attorno al 65%
Algeri – Con gli accordi di oggi tra il premier Mario Draghi e il presidente dell’Algeria Abdelmadjid Tebboune, l’Italia compie un altro passo in avanti in direzione dell’indipendenza dal gas russo.
Già prima della guerra in Ucraina, l’Algeria era al secondo posto per la fornitura di gas (22,5 miliardi di metri cubi di gas nel 2021, equivalenti al 29,6% del consumo nazionale, inferiori solo ai 28,9 miliardi di metri cubi dalla Russia) e oggi diventa il nostro primo fornitore con altri quattro miliardi di metri cubi di gas l’anno che la compagnia energetica di Stato algerina Sonatrach si è impegnata a fornire.
Per avere uno spaccato delle fonti dei approvvigionamento del gas, Snam stima che oggi siano entrati in Italia 228,54 milioni di metri cubi importati dall’Algeria (68,55 milioni di metri cubi), dal Nord Europa (48,94) e dall’Azerbaijan (32,84). Altri 27,06 milioni sono arrivati dal rigassificatore di Cavarzere (Rovigo) dove viene rigassificato quanto trasportato via nave (dagli Stati Uniti e dal Qatar, per esempio), 14,09 dal rigassificatore di Livorno e 9,29 da quello di Panigaglia (La Spezia). A questi si sommano infine gli 8,98 milioni di produzione nazionale e i 6,23 milioni di metri cubi previsti dalla Libia.
Secondo i dati forniti dal ministero della Transizione ecologica, nel primo semestre del 2022 l’Italia ha importato un totale di 31,7 miliardi di metri cubi di gas. Di questi il 30% proveniva dall’Algeria, il 26% dalla Russia, il 13% dall’Azerbaijan, il 10% da Norvegia e Nord Europa e il 3% dalla Libia. Proseguono intanto a ritmo sostenuto gli stoccaggi in vista della stagione invernale con un riempimento che oggi è stimato attorno al 65% (era al 64,93% pochi giorni fa secondo i dati di Gie, Gas Infrastructure Europe).
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