La data di convocazione delle urne, tra i 60 e i 70 giorni dallo scioglimento delle Camere, è determinata da precisi paletti indicati in parte nella Costituzione e in parte da leggi ordinarie
Roma – “I comizi per l’elezione” della Camera dei deputati e del Senato “sono stati convocati per il giorno di domenica 25 settembre 2022”. È quanto si legge nel decreto. La data è stata comunicata anche dal premier Mario Draghi in Consiglio dei ministri.
I paletti per decidere il giorno del voto
La data di convocazione delle urne, tra i 60 e i 70 giorni dallo scioglimento delle Camere, è determinata da precisi paletti indicati in parte nella Costituzione e in parte in leggi ordinarie.
“Le elezioni delle nuove Camere hanno luogo entro settanta giorni dalla fine delle precedenti” recita l’articolo 61 della Costituzione.
In caso di scioglimento anticipato, come è avvenuto oggi, l’articolo 88 primo comma della Carta stabilisce che il Capo dello Stato deve sentire prima i presidenti dei due rami del Parlamento.
È dunque dalla data di scioglimento da parte del Quirinale che Palazzo Chigi deve calcolare i 70 giorni come limite massimo per le urne.
Il limite minimo è stato fissato a 60 giorni da una legge di attuazione della riforma Tremaglia che attribuiva dei seggi in Parlamento agli italiani residenti all’estero.
Infatti tutte le procedure per la presentazione delle liste, la stampa delle schede elettorali per le cinque circoscrizioni Estere, è materialmente impossibile sotto questo timing.
Peraltro anche per i partiti le procedure di presentazione delle liste e la raccolta delle firme (per i partiti privi di gruppi parlamentari nelle due Camere) sono laboriose, tanto che finora non si è mai scesi sotto i 63 giorni dallo scioglimento delle Camere.
Mattarella: dopo il voto del Senato lo scioglimento era inevitabile
“Lo scioglimento anticipato del Parlamento è sempre l’ultima scelta da compiere, particolarmente se, come in questo periodo, davanti alle Camere vi sono molti importanti adempimenti da portare a compimento nell’interesse del nostro Paese”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella dopo aver firmato il decreto di scioglimento delle Camere.
“Ma la situazione politica che si è determinata ha condotto a questa decisione”, ha aggiunto il presidente.
“La discussione, il voto e le modalità con cui questo voto è stato espresso ieri al Senato hanno reso evidente il venir meno del sostegno parlamentare al Governo e l’assenza di prospettive per dar vita a una nuova maggioranza. Questa condizione ha reso inevitabile lo scioglimento anticipato delle Camere”, ha concluso Mattarella.
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