Quasi duecentocinquantamila aziende agricole costrette a produrre in perdita a causa dei rincari scatenati dalla guerra in Ucraina e dalla siccità
Roma – Una mappa dei sapori, della tradizione e della cultura della tavola Made in Italy che vede nei primi tre posti del podio la squadra di pane, paste e dolci con 1.616 prodotti tipici seguiti dal comparto ortofrutticolo che tra frutta, verdura e ortaggi ha al suo attivo quasi 1.600 prodotti. Le specialità a base di carne sono più di 800 e i formaggi sono di oltre 500 tipi.
Nell’economia agro alimentare c’è anche la gastronomia, le bevande alcoliche e analcoliche, distillati, birre, prodotti ittici, burro, olio.
Insomma una quantità enorme di cibi e bevande che ci accompagnano in un viaggio straordinario nella cultura e nella storia del nostro Paese.
Non è infatti un caso che nei piccoli borghi – sottolinea la Coldiretti – nasca il 92% delle produzioni tipiche nazionali secondo l’indagine Coldiretti/Symbola, una ricchezza conservata nel tempo dalle imprese agricole con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture storiche. Un patrimonio che spinge a tavola 1/3 della spesa turistica alla scoperta di un Paese come l’Italia che è l’unico al mondo che può contare sui primati nella qualità, nella sostenibilità ambientale e nella sicurezza della propria produzione agroalimentare
La Campania sul podio per le specialità enogastronomiche
La classifica dei prodotti a tavola vede la Campania al primo posto con ben 580 specialità davanti a Toscana e Lazio, a seguire si posizionano l’Emilia-Romagna e il Veneto , davanti al Piemonte con 342 specialità e alla Liguria che può contare su 300 prodotti.
A ruota tutte le altre Regioni. Alla base del successo del Made in Italy c’è un’agricoltura che è diventata la più green d’Europa con la leadership Ue nel biologico con 80mila operatori, il maggior numero di specialità Dop/Igp/Stg riconosciute (316), 526 vini Dop/Igp e con Campagna Amica la più ampia rete dei mercati di vendita diretta degli agricoltori.
Il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, ha voluto sottolineare che “l’Italia è il solo Paese al mondo che può contare primati nella qualità, nella sostenibilità ambientale e nella sicurezza della propria produzione agroalimentare. Dietro ogni prodotto c’è una storia, una cultura ed una tradizione che è rimasta viva nel tempo ed esprime al meglio la realtà di ogni territorio. Abbiamo la necessità di difendere questo patrimonio del Made in Italy dalla banalizzazione e dalle spinte all’omologazione e all’appiattimento verso il basso. Il turismo, il buon cibo e la cultura rappresentano le leve strategiche determinanti per un modello produttivo unico che ha vinto puntando sui valori dell’identità, della biodiversità e del legame con i territori”.
L’emergenza idrica non risparmia neppure le tipicità più rare
Su questi tesori del gusto si abbatte, però, l’emergenza idrica che non risparmia neppure le tipicità più rare e, trattandosi di piccole produzioni con quantità ridotte, il rischio è che vengano letteralmente cancellate. Con gli alpeggi secchi per la mancanza di erba e di acqua le mucche e le pecore producono meno latte che è alla base dei formaggi “d’alta quota” più apprezzati, ma c’è anche il sole a ustionare le varietà di frutta e verdura più particolari, salvate dall’impegno degli agricoltori. Il calo del raccolto di cereali antichi impatta, inoltre, anche sulla preparazione di pani e dolci tipici, ma anche per alcune varietà di olio extravergine si attende con ansia la pioggia.
Sono, infatti, quasi duecentocinquantamila le aziende agricole italiane, un terzo del totale (34%), che si trovano oggi costrette a produrre in perdita a causa dei rincari scatenati dalla guerra in Ucraina e dalla siccità.
Da Coldiretti arriva l’allarme: “Se l’attuale situazione climatica dovesse perdurare ancora a lungo i danni da siccità potrebbero arrivare a 6 miliardi di euro, mandando in fumo il 10% del valore della produzione agricola nazionale. Con le piogge praticamente dimezzate nel 2022 e più di un quarto del territorio nazionale (28%) a rischio desertificazione, la produzione di grano in Italia è stimata quest’anno in calo del 30%. Ad essere in sofferenza sono anche girasole, mais, con percentuali che al Nord arrivano al -45%. Per ortaggi e frutta in alcuni territori si arriva al -70%”.
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