La grande opera era al centro dell’ordine del giorno delle commissioni V e VI riunite in Sala rossa in seduta congiunta
Genova – “Il rischio geologico ovviamente può essere più o meno difficile da asseverare. È chiaro che sotto il mare puoi avere un imprevisto superiore e noi in questi giorni stiamo elaborando con la parte privata, gli appaltatori e la parte pubblica, una norma che consente di allocare il rischio geologico in modo equilibrato”.
A dirlo è il Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale, Paolo Emilio Signorini, audito oggi in Commissione consiliare. Il tema è la nuova diga foranea genovese e l’incertezza sulla tenuta del fondale denunciata da Piero Silva, ingegnere idraulico che per queste incognite nel marzo scorso ha preferito dimettersi da direttore tecnico del project management del RINA.
E non è l’unico interrogativo. C’è anche il nodo dei tempi e dei costi, che alcuni esperti ritengono molto diversi da quelli indicati: addirittura costi doppi e tempi tripli.
“I tempi e i costi sono figli di un progetto di fattibilità. Non è uno sciamano che non sapendo bene cosa fare butta lì il 2026″, sottolinea il presidente dell’AsDP commentando che “ad oggi anche il prezzo che era stato messo a base d’asta è stato confermato dai due raggruppamenti – Webuild e Consorzio Eteria – con un’offerta vincolante e le penali di cui stiamo parlando sono onerose. Ora io non credo che questa gente scherzi: se l’hanno fatta vuol dire che la base d’asta aveva una sua a affidabilità”.
Ne è convinto Signorini che anche sui dubbi che si sono alzati rispetto alle manovre per accedere al porto sottolinea che “l’argomentazione è estremante tecnica” e che “le indicazioni progettuali le hanno date la Capitaneria di Porto e i piloti, che in fatto di accessibilità tecnico nautica qualcosa ne sapranno se vengono chiamati in tutto il mondo per dare riferimenti di affidabilità”. Indicazioni che, ci tiene a precisarlo, “sono state rispettate scrupolosamente”.
Ma c’è un’altra questione che ha alimentato le polemiche sulla nuova diga, e cioè che quest’opera mastodontica serva a un solo terminalista, che sta a Calata Bettolo.
“Se un’opera come questa viene considerata dall’Unione Europea un’opera fondamentale per lo sviluppo non della città né della regione né dell’Italia ma del continente, probabilmente dovremmo credere che non è per favorire un terminalista“, conclude il presidente dell’AdSP sottolineando che “questa diga è in grado di cambiare sostanzialmente l’accessibilità tecnico nautica nel bacino storico passeggeri e nel canale di Sampierdarena”.
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.