Premesse per il Terzo polo ma l’accordo ancora non c’è. La decisione attesa entro la settimana
Roma – Ieri pomeriggio l’incontro, oggi altri contatti in attesa di sciogliere il nodo.
Lavori in corso tra Renzi e Calenda: il primo ha aperto da tempo a quella che ritiene “un’opportunità straordinaria”, ovvero la costituzione di un Terzo polo che – secondo i sondaggi – potrebbe arrivare al 10% e superarlo. “Insieme facciamo il botto” ha dichiarato l’ex premier. Il secondo è possibilista ma continua a sposare la tesi dell’esenzione delle firme dovuta – la sua motivazione – “al fatto che sono europarlamentare, ho fatto fare anche dei pareri Pro veritate, siamo stati molto cauti su questo”.
“L’ordinamento italiano vigente non ha ancora inserito le opinioni di Calenda tra le fonti del diritto. Le leggi sono leggi. E le fa il Parlamento. Non Calenda con delle esternazioni”, è l’avvertimento del dem Parrini.
La partita tra Calenda e Renzi è in stand by ma le due parti comunque stanno dialogando e la decisione dovrebbe arrivare entro la settimana.
“C’è una discussione con Italia Viva che dev’essere chiara, stiamo integrando due corpi. L’accordo non c’è ancora”, ha ribadito Calenda. E ancora: “Io spero che nasca” un Terzo polo, “ci sono tutte le premesse e tuttavia è un incontro tra due forze politiche molto diverse. Le vicinanze programmatiche ci sono quasi tutte”.
“Quest’area riformista, questo terzo polo, nel Paese c’è. A chi mi domanda: ‘ma che farete con Calenda, ora che Azione ha rotto il patto con il Pd?’, rispondo semplicemente che noi ci siamo. E siamo disponibili a dare una mano perché l’obiettivo di fare il Terzo polo richiede generosità e impegno. Se Calenda ci sta, noi ci siamo”, ha sostenuto Renzi.
“Renzi ha dichiarato con molta generosità che, se un accordo venisse trovato, lascerebbe la leadership politica di questa avventura a Calenda”, ha sottolineato il deputato di Iv Marattin.
E sul tema della leadership è intervenuto anche Calenda: “Una delle cose che ci siamo detti è che deve essere chiara la leadership, che comunicheremo se e quando ci sarà l’accordo. Può essere magari anche una donna”.
Nel simbolo – qualora l’accordo venisse trovato – comparirebbe, dice una fonte di Iv, il nome di Calenda, con l’eventuale divisione dei collegi da decidere tra le due parti.
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