Il Codacons contesta il Decreto Bis per il modesto impatto sulla situazione generale del Paese
Roma – L’associazione lette le disposizioni del provvedimento, considera le misure insufficienti ad affrontare “un autunno bollente sul fronte dei prezzi, delle tariffe e dei consumi”.
E a fronte di un’impennata dei prezzi c’è la possibilità di un crollo della spesa delle famiglie, con danni per commercio, industria, occupazione ed economia.
“Semplicemente, non bastano – nello scenario in cui ci troviamo – bonus energia e sconto nelle bollette, sospensione delle modifiche unilaterali dei contratti di fornitura di energia elettrica e gas naturale fino al 31 ottobre 2022, proroga al 20 settembre del taglio alle accise su benzina e su gasolio e le altre misure varate”.
Per il Codacons i punti “dolenti” sono relativi ai carburanti che, a fronte di un’impennata dei listini, si limita a prorogare lo sconto sulle accise, decisione che non può bastare.
Infatti, a fronte della riduzione delle accise, peraltro già in vigore da marzo, un litro di benzina costa il 10,45% in più rispetto allo stesso periodo del 2021, mentre il diesel è aumentato del 19,95% su base annua.
Per il Coordinamento delle associazioni, ci sarebbe stato bisogno di un intervento alla fonte, e quindi con i produttori petroliferi, per una più precisa definizione dei prezzi dei carburanti, in modo che il rialzo dei prezzi non vada ad influire sui prodotti derivati dal petrolio. “La speranza è che – in vista delle elezioni – il nuovo Governo abbia la legittimità e il coraggio di intervenire in maniera finalmente efficace, a tutela delle tasche dei milioni di italiani dissanguate da una situazione economica sempre più insostenibile”.
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