Inchiesta su gara d’appalto da 17 milioni di euro per materiale medico
Catania – Il primario di Cardiochirurgia del Policlinico di Catania C. M. è stato arrestato con l’accusa di corruzione e turbativa d’asta. A eseguire la misura cautelare degli arresti domiciliari, richiesta dal pm Fabio Regolo a conclusione di un’indagine coordinata dal procuratore Carmelo Zuccaro, è stata la Guardia di finanza.
L’inchiesta riguarda la gara d’appalto per la fornitura di “materiale specialistico per cardiochirurgia” bandita lo scorso 25 marzo dall’Azienda ospedaliero-universitaria Policlinico “G. Rodolico-San Marco” di Catania.
Insieme al cardiochirurgo è stato arrestato V. F., rappresentante legale di una società di prodotti medicali nel Catanese.
Gli arresti, con l’ipotesi di corruzione per l’esercizio delle funzioni o dei poteri conferiti, sono scattati dopo che gli investigatori hanno documentato il passaggio di una busta contenente denaro contante tra l’imprenditore e il primario durante un incontro nell’ufficio dell’imprenditore. Scrivono gli inquirenti: “Utilizzando particolari accorgimenti e cautele, V. F. aveva lasciato una busta contenente denaro contante che poco dopo era stata riposta dal dirigente sanitario nel proprio zaino”.
Alla luce di questo passaggio, i militari delle Fiamme Gialle hanno effettuato perquisizioni nel Policlinico e nell’abitazione del primario, trovando 2.000 euro dentro la busta che era stata riposta nello zaino ed altri 21.400 nell’appartamento del primario. Gli indagati durante gli interrogatori hanno confessato e fornito ulteriori conferme a quanto era emerso dalle indagini anche in relazione al coinvolgimento di altri imprenditori. La somma di denaro – in tutto 23.400 euro – è stata sequestrata. Il Gip di Catania ha convalidato gli arresti.
Il cardiochirurgo, 61 anni, di origini siracusane, ora è ai domiciliari e, per effetto di una delibera del direttore generale dell’azienda Policlinico-San Marco Gaetano Sirna, è scattata ieri la “sospensione cautelare dal servizio, con privazione della retribuzione”.
La gara d’appalto aveva come base d’asta 17 milioni più “opzione di proroga tecnica annuale ed eventuale utilizzo del quinto d’obbligo” per un valore complessivo stimato in circa 30 milioni.
L’8 agosto si erano concluse le procedure di apertura delle buste con le offerte economiche dei 122 lotti “unici e inscindibili, da svolgersi su piattaforma informatica”. Il giorno dopo i militari delle Fiamme Gialle hanno eseguito l’ordinanza del Gip.
Fra le anomalie emerse la circostanza che il capitolato tecnico non fosse stato firmato dal primario, come per prassi avviene sempre, ma dal suo vicario R. M., che risulta anch’esso indagato. Il direttore di Cardiochirurgia arrestato stamattina, invece, era nella commissione tecnica di gara.
Nessun altro componente risulta al momento iscritto nel registro degli indagati.
La Guardia di finanza negli ultimi giorni ha acquisito ulteriori atti al Policlinico. Le attenzioni sono rivolte soprattutto su due delle imprese partecipanti.
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