Tre proiettili calibro 38 sparati da ignoti mentre era in corso una riunione. Il caso potrebbe passare all’antimafia
Reggio Calabria – Un atto di violenza che piomba sull’inizio della campagna elettorale, forse con l’intento di destabilizzarla. Un messaggio inquietante su cui dovranno fare chiarezza la Procura di Reggio Calabria e la Polizia. I tre colpi di pistola calibro 38 sparati la sera del 23 agosto ad altezza d’uomo contro la vetrata della segreteria politica del deputato uscente di Forza Italia e ricandidato alle politiche del 25 settembre Francesco Cannizzaro, non sono una “semplice” intimidazione. Intanto perchè solo grazie al vetro rinforzato – non antiproiettile – due proiettili sono stati bloccati e il terzo depotenziato, evitando così che lo stesso Cannizzaro e i suoi collaboratori presenti nei locali, potessero rimanere feriti, o peggio. E poi perchè sparare contro la segreteria di un candidato all’indomani della presentazione delle liste non può essere un fatto casuale.
La reazione di Cannizzaro
Dal canto suo Cannizzaro è deciso a non farsi condizionare da quanto accaduto. Dopo ore di silenzio, il politico ha affidato a un post su Facebook le sue considerazioni. “Ciò che è accaduto non ci scalfisce, non ci frena, non destabilizza minimamente il nostro ambiente, i nostri obiettivi, chi siamo. La democrazia non si lascia intimorire da vicende del genere. Andiamo avanti!”.
Cannizzaro, però, non può non ammettere lo stupore per quanto accaduto: “Non avrei mai immaginato potesse accadere un fatto di tale gravità. Ciò che più mi ha colpito è che abbia coinvolto anche i miei collaboratori, i miei amici, la mia famiglia. La mia prima preoccupazione sono stati e sono loro. Tutto il resto viene e verrà dopo”.
Le indagini
Cosa ci sia dietro il gesto lo stanno cercano dicapire gli investigatori della Squadra mobile e della Digos reggina che per prima cosa hanno sentito per ore, in Questura, Cannizzaro ed i suoi collaboratori. Il politico, da quanto si è appreso, non avrebbe fornito indicazioni utili ad inquadrare il gesto non riuscendo lui stesso a spiegarsi il perchè di un simile atto. Gli investigatori, quindi, stanno passando al setaccio l’attività di Cannizzaro non solo nell’ultimo periodo, ma anche nel passato, per capire se qualcuno possa avere maturato risentimenti contro il politico. Al momento nessuna ipotesi viene esclusa.
Un’inchiesta che potrebbe passare all’antimafia
Le indagini, anche se il fascicolo si trova sulla scrivania della Procura ordinaria, affidato al pm di turno Marco De Pasquale, saranno condotte in maniera condivisa con il sostituto della Dda Walter Ignazitto, in attesa di valutare se ci siano elementi per assegnare il caso alla Direzione distrettuale antimafia. A deciderlo è stato il procuratore diReggio Calabria, Giovanni Bombardieri, che sta anche seguendo personalmente lo sviluppo delle indagini.
Oltre a Cannizzaro e ai suoi collaboratori, gli investigatori hanno sentito anche i possibili testimoni, persone che si trovavano nelle vicinanze del luogo della sparatoria. Per ricostruire la dinamica del gesto e cercare elementi utili per risalire agli autori, la Polizia ha acquisito e iniziato a visionare i filmati delle telecamere del Consiglio regionale, che si trova nelle vicinanze della sede di Fi, e di quelle delle attività private che si trovano nella zona e che potrebbero aiutare a risolvere l’enigma.
“Spero che i responsabili vengano presto trovati. Sono certo che Francesco andrà comunque avanti per il bene del sua Calabria” è stato il commento del Coordinatore nazionale diForza Italia, Antonio Tajani.
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