Al meeting di CL di Rimini tutti i leader seduti assieme, unico assente Giuseppe Conte
Roma – “Enrico che ti succede? Ti parlo sinceramente. Prima hai strappato con noi dicendo di voler costruire con Calenda, Gelmini, Di Maio e Tabacci un programma basato sull’agenda e sul metodo Draghi, salvo poi scoprire che l’agenda non esiste e il metodo è quello di un rinvio in cui a pagare il conto, le bollette, sono imprese e cittadini, come solo il M5S dice da mesi”.
L’appello di Giuseppe Conte a Enrico Letta assomiglia a quello che farebbe un amico tradito. E Conte lo fa sui social che poi aggiunge: “Ora stai puntando tutto su una campagna di demonizzazione della Meloni salvo poi sederti con lei allo stesso tavolo a chiacchierare amabilmente per metterti d’accordo su un confronto a lume di candela, solo voi due, trattando la Rai come fosse un vostra questione privata. Non pensi che di questo passo i cittadini finiscano per percepire ancor più la politica come un fatuo e inutile teatrino? Non pensi che dipingere il mondo in rosso e nero, lungi dal sollecitare una efficace mobilitazione popolare, finisca per associare il voto al tavolo del gioco d’azzardo, incoraggiando l’astensionismo e la perdita di fiducia dei cittadini nella politica?
Discutiamo nel merito le politiche di questo centrodestra, che non ha mai prodotto nulla di utile per il Paese. A me sembrano davvero inadeguate e insufficienti. Ma discutiamole nel merito battendole con proposte e idee migliori. Non di certo così”.
Che il Pd abbia cercato di fare accordi con chiunque pur di non perdere malamente questa tornata elettorale è evidente. Che il PD non abbia una strategia di Governo credibile anche. Quello che risulta poco chiaro è il motivo per cui Conte stia cercando un qualche accordo con Letta dopo che il M5S è stato duramente penalizzato di suoi elettori proprio a causa di alleanze che definire maldestre è un eufemismo.
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