Previsto un autunno caldo con un l’11% dei consumi energetici per l’agroalimentare
Dal gas ai barattoli, dal gasolio alle etichette: è in arrivo in tutta Italia un vero e proprio tsunami sui prezzi del cibo, con un autunno caldissimo sul fronte economico. La stessa Confederazione Nazionale Coldiretti, facendo riferimento agli spaventosi rincari delle bollette che colpiscono imprese e famiglie, lancia l’allarme: le previsioni parlano di una produzione agricola e alimentare nostrane che assorbiranno oltre l’11% dei consumi energetici industriali totali.
In agricoltura si registrano rincari dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi
“Nel nostro sistema agricolo – spiegano Gianluca Boeri, Presidente di Coldiretti Liguria, e Bruno Rivarossa, Delegato Confederale – i consumi diretti di energia includono i combustibili per macchine, serre e trasporti, mentre i consumi indiretti sono quelli che derivano dall’utilizzo fitosanitari, fertilizzanti e impiego di materiali come la plastica. In agricoltura si registrano rincari dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi, dal +129% per il gasolio al +300% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigazione dei raccolti. L’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare, a partire dalle campagne, dove il 13% delle aziende agricole (più di su 10) è in una situazione tanto critica da portare alla cessazione dell’attività e il 34% (oltre 1/3 del totale), secondo il Crea, a causa dei rincari si trova comunque costretto a lavorare in una condizione di reddito negativo”.
Il comparto alimentare, invece, “richiede ingenti quantità di energia primi tra tutti calore ed elettricità, utilizzati nei processi di produzione, trasformazione, conservazione dei prodotti di origine animale e vegetale, funzionamento delle macchine e climatizzazione degli ambienti produttivi e di lavoro. Gli aumenti, in questo senso, riguardano pertanto l’intera filiera del cibo, con il prezzo del vetro che sale del 30% rispetto allo scorso anno, il tetrapack del 15%, le etichette del 35%, il cartone del 45%, i barattoli di banda stagnata del 60% e la plastica del 70% per la plastica”.
Coldiretti: “Rischiamo un crack alimentare, economico e occupazionale”
“Così non possiamo andare avanti e non ci possiamo permettere di aspettare i tempi lunghi della politica. Rischiamo un crack alimentare, economico e occupazionale: proprio in questi mesi si concentrano le produzioni agricole tipiche del Made in Italy, del Made in Liguria e della Dieta Mediterranea, con le loro lavorazioni per conserve, succhi e derivati: dagli ortaggi alla frutta, dal vino all’olio, fino a racchiudere tutta la produzione di stagione. L’Italia è un Paese deficitario, che importa addirittura il 64% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti e il 53% del mais di cui ha bisogno per l’alimentazione del bestiame. Con l’esplosione dei costi dell’energia, rischiamo di perdere quegli spazi di autonomia e sovranità alimentare che, fino a oggi, le imprese agricole italiane sono riuscite a difendere per il bene del Paese”.
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