Nelle intercettazioni si sente persino il rumore degli elastici che legano le mazzette di banconote
Milano – Spunta anche una sorta di “libro mastro” su cui sarebbero stati annotati gli importi delle “ingenti” somme da recuperare per il traffico di stupefacenti nell’indagine della Dda di Milano e della Procura di Pavia che oggi ha portato a 13 fermi tra cui quello di Davide Flachi, figlio di Pepè, il boss della Comasina morto lo scorso gennaio, e anche di suo cugino, Santo Crea.
Da un’intercettazione ambientale agli atti delle indagini, registrata la sera del 22 febbraio 2021 all’interno dell’abitazione di Davide Flachi, questo, alla presenza della moglie Roberta Palumbo, riassume gli importi che avrebbe dovuto riscuotere e “sembra leggere ad alta voce” una sorta di registro contabile su cui erano state segnate le varie somme:
“3 e 8, 4 mila, 3 e 5. 10 mila, zero, 19mila…zero, 32 e 27, 51 e 500. Monza 6mila viene13. 350… Imbonati 6 mila viene 31… 119 e 5 più 2 mila… 35.937 San Siro già prese 2 mila… al bar l’ho segnato. Buggio l’ho segnato. San Siro l’ho segnato. Zero e Monza l’ho segnati. Imbonati 2mila l’ho segnati”.
La notevole disponibilità di contanti emerge anche da altre intercettazioni ambientali come ad esempio quella del 26 febbraio successivo quando, sempre parlando con la moglie, Flachi faceva riferimento alla movimentazione di “ingenti” somme di denaro: “70 mila quindici giorni… 8.000 euro… sono a casa… quelli che ti ho dato l’altro giorno? ma tu sei impazzita? Ti ho dato 5 milioni a settimana”.
Anche la sera del 1 marzo 2021 Davide Flachi contava delle banconote per importi di decine di migliaia di euro: “5…6…200… 8…160… e 100” conteggia bisbigliando, e ancora: “100, 2,4, 6 e 10…”.
Nell’intercettazione si sente persino il rumore degli elastici che legano le mazzette di banconote.
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