Alluvione nelle Marche: sale a dieci il bilancio delle vittime

Fabrizio Curcio (Protezione Civile): “Ci sono stati momenti di terrore, con quantitativi di acqua veramente straordinari”

E’ salito a dieci il bilancio delle vittime dell’alluvione che ha colpito le Marche. Intanto il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio è arrivato ad Ancona per la riunione per coordinare gli interventi di soccorso.
Più tardi effettuerà un sopralluogo nelle aree colpite nelle province di Ancona e Pesaro Urbino. “Ci sono stati momenti di terrore, con quantitativi di acqua veramente straordinari”, ha detto Curcio dopo la riunione alla quale hanno partecipato anche i vertici dei vigili del fuoco, il capo dipartimento Laura Lega e il capo del corpo Giorgio Parisi.

“E’ piovuto in qualche ora un terzo di quello che normalmente piove in queste zone in un anno – ha aggiunto – e in alcune zone ha piovuto il doppio di quello che piove in estate. E’ stato un quantitativo di acqua che si è riversato sui territori in maniera repentina portando scompiglio e morte”.

Oltre alle vittime, ci sono danni al momento incalcolabili. Il fiume Misa, in piena per le violenti piogge di questa notte, ha anche rotto le balaustre in pietra del ponte Garibaldi nel centro storico di Senigallia. Nel cuore della cittadina della Marche sono visibili i danni procurati dai detriti, rami e fango, trascinati dal torrente. Molti cittadini sono all’opera per svuotare cantine e negozi allagati. Testimoni riferiscono di non avere mai visto “una cosa del genere”. Oggi il maltempo potrebbe dare una tregua temporanea ma nuovi temporali potrebbero abbattersi nelle zone domani.

Le ricerche sono concentrate su due donne disperse a Barbara, frazione di Senigallia. Sono una madre di 56 anni con la figlia 17enne. Il fratello, Simone di 21 anni, trascinato dalla corrente del Nevola, si è salvato attaccandosi a un ramo di una grossa pianta per due ore. La madre e la sorella sono state trascinate via. “L’acqua me le ha portate via davanti agli occhi”, ha raccontato il giovane visibilmente scosso. Sui posti flagellati dall’ondata d’acqua ci sono i vigili del fuoco, la Croce Rossa Italiana, volontari; anche Caritas e’ sul territorio per valutare le prime esigenze alle quali rispondere.

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