Il pool di ingegneri conferma che la causa della tragedia è stata la scarsa, se non addirittura assente, manutenzione
Verbania – “La causa della precipitazione della cabina numero 3 della funivia è stata la presenza di esclusori del sistema frenante di emergenza (i ‘forchettoni’, ndr) inseriti dal personale di servizio della funivia. Tali esclusori hanno impedito, in occasione della rottura della fune traente, che il sistema frenante di emergenza si attivasse andando bloccare in sicurezza la cabina sulla fune portante“.
Iniziano così gli esiti della perizia del pool di esperti tecnici depositata ieri in tribunale a Verbania sulla tragedia della funivia del Mottarone dove, il 23 maggio 2021,14 persone hanno perso la vita.
L’inserimento dei ‘forchettoni’ che hanno inibito il sistema frenante era stato già ammesso pochi giorni dopo la tragedia da uno degli indagati, Gabriele Tadini, che però aveva definito la possibilità che la fune si rompesse un fatto “impossibile” da prevedere.
E invece le conclusioni degli ingegneri raccontano un’altra verità: stabiliscono, “con ragionevole certezza ingegneristica”, che “una corretta attuazione dei controlli (…) avrebbe consentito di rilevare i segnali del degrado, ovvero la presenza anche di un solo filo rotto o segni di corrosione e, quindi, di sostituire la testa fusa così come previsto dalle norme”, si legge nella perizia.
“In corrispondenza del punto di rottura – scrive sempre il pool di tecnici – il 68% circa dei fili presenta superfici di frattura che testimoniano una rottura (…) a fatica/corrosione dei fili ragionevolmente antecedente la precipitazione”.
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