Il meccanismo prevede di tagliare all’Ungheria 7,5 miliardi di euro di fondi europei. Ora la parola passa al Consiglio
Bruxelles – “Abbiamo preso una decisione unanime” sulla procedura del meccanismo dello Stato di diritto, “questo è il primo caso”. Lo ha annunciato il commissario Ue al Bilancio, Johannes Hahn, nella conferenza stampa al termine del Collegio dei commissari sul taglio dei fondi all’Ungheria, definita dall’ultimo rapporto approvato dal Parlamento Ue il 15 settembre una “minaccia sistemica” ai valori fondanti dell’Ue.
“La Commissione propone misure per la tutela dei consumatori del bilancio dell’Unione contro le violazioni dei principi dello stato di diritto. Questo caso è iniziato quando la Commissione ha notificato all’Ungheria, nell’aprile di quest’anno, le preoccupazioni relative alle violazioni dei principi di legge e dello stato di diritto”. Perché emergono “insufficienze del settore pubblico, nell’affrontare il conflitto di interessi, e preoccupazioni relative alla fiducia nell’interesse pubblico”, ha spiegato il commissario.
Il meccanismo che la Commissione ha proposto al Consiglio prevede di tagliare all’Ungheria 7,5 miliardi di euro di fondi europei a causa del mancato rispetto dello Stato di diritto. “Si tratta quasi della somma che l’Ungheria ha chiesto con il suo Piano nazionale di ripresa e resilienza”, ha sottolineato Hahn, un terzo dei fondi di Coesione destinati all’Ungheria nel settennato 2021-2027.
Non solo. A rischio ci sarebbero anche i fondi del Recovery.
Un alto funzionario Ue ha aggiunto che “anche i fondi nell’ambito dello strumento di ripresa dovranno essere protetti”, quindi la Commissione europea “si aspetta che gli elementi chiave della decisione che abbiamo adottato oggi e gli impegni dell’Ungheria siano tradotti nei parametri di riferimento e nelle pietre miliari nell’ambito del meccanismo del PNRR”. In caso contrario, “qualsiasi inversione” sugli impegni “comporterà il congelamento immediato dei fonti del Recovery”, ha rimarcato la fonte spiegando che “c’è una coincidenza” tra i due dossier aperti. L’Ungheria, infatti, è anche l’unico paese Ue a non aver ancora ricevuto l’ok della Commissione europea al suo piano di ripresa e resilienza, decisione che deve arrivare prima di dicembre, pena la perdita dei fondi del Recovery stanziati per Budapest.
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