La notizia arrivata da osservatori internazionali non è stata confermata da fonti ufficiali
Teheran – Mahsa Amini, una ragazza di 22 anni, era in visita a Teheran con la sua famiglia quando è stata arrestata dall’unità di “polizia morale” specializzata nell’applicare il severo codice di abbigliamento obbligatorio per le donne in vigore dopo la rivoluzione islamica del 1979.
Il portavoce della Polizia ha dichiarato che la ragazza ha “improvvisamente ha avuto un problema cardiaco mentre era detenuta ed è stata immediatamente portata in ospedale con la collaborazione dei servizi di emergenza”.
La morte di Amini arriva in mezzo a crescenti polemiche sia all’interno che all’esterno dell’Iran sulla condotta della polizia della moralità, nota formalmente come Gasht-e Ershad.
A luglio, un video di una donna in piedi davanti a uno dei furgoni delle forze armate che implorava il rilascio della figlia è diventato virale sui social media. La donna velata ha continuato ad aggrapparsi al furgone mentre si allontanava, venendo scaraventata via solo dopo che il veicolo aveva preso velocità.
Intanto non accennano a placarsi le proteste scoppiate in tutto il paese. Secondo Hengaw, un gruppo a tutela dei diritti umani dei curdi, lunedì sono rimaste uccise cinque persone quando le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco contro i manifestanti a Saqez, la città natale di Amini, altre due vittime a Divandarreh e una quinta a Dehgolan.
In una nota dell’ONU si legge che “l’Alto Commissario Onu per i diritti umani Nada Al-Nashif, ha espresso la sua inquietudine di fronte alla morte durante la detenzione di Mahsa Amini e la reazione violenta delle forze di sicurezza alle manifestazioni che ne sono seguite
L’Ohchr ha esortato Teheran a condurre “un’inchiesta rapida, imparziale ed efficace” sulle accuse di torture e abusi mosse nei confronti della polizia. La portavoce dell’Alto Commissario, Ravina Shamdasani, ha confermato che ” tra le due e le cinque persono sono state uccise” durante le manifestazioni di protesta, dove la polizia ha usato “proiettili veri” e gas lacrimogeni.
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