La banca e una società che commercializza pietre preziose hanno truffato i clienti per un importo di 2,5 milioni di euro, gonfiando i prezzi dei diamanti
Fano – La Compagnia di Fano ha concluso un’importante indagine di polizia giudiziaria, delegata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pesaro, che ha consentito di tutelare un rilevante numero di risparmiatori, vittime di una frode su investimenti in diamanti.
Dopo articolate e complesse attività investigative è stata scoperta una truffa milionaria ai danni di numerosi risparmiatori da parte di una società che, attraverso il sistema bancario, ha promosso e venduto le pietre preziose a prezzi notevolmente superiori rispetto all’effettivo valore.
Centinaia di clienti truffati
L’indagine ha tratto origine dalla presentazione di diverse querele ad opera di clienti di un Istituto di Credito Cooperativo pesarese che lamentavano di essere stati raggirati avendo acquistato, tramite la banca di cui erano correntisti, dei diamanti, sulla base dei suggerimenti della banca che prospettava guadagni importanti sulla base di dati non veri.
Diamanti da investimento con prezzi gonfiati
La banca fungeva da intermediaria di una società operante nel settore della commercializzazione di pietre preziose, e avrebbe indotto in errore centinaia di risparmiatori, stipulando un accordo illecito, in cambio di consistenti provvigioni. La società venditrice, dal canto suo, oltre a collocare i diamanti da investimento, ne avrebbe falsificato le quotazioni, anche a mezzo di annunci ingannevoli, pubblicati sulle pagine economiche di un giornale a tiratura nazionale.
Una truffa da 2,5 milioni di euro
L’indagine ha consentito di individuare oltre un centinaio di clienti truffati e quantificare sia l’importo complessivo corrisposto dalle vittime per l’acquisto dei diamanti, pari a circa € 2.500.000, che le provvigioni incassate dall’Istituto di Credito, pari a circa € 300.000.
Denunciate 16 persone
Sono state denunciate 16 persone oltre al rappresentante legale della società venditrice dei diamanti che dovranno rispondere, a seconda dei diversi ruoli e responsabilità, dei reati di truffa aggravata, corruzione tra privati e autoriciclaggio.
La banca ha risarcito il 90% dei correntisti
Inoltre, la banca è stata deferita all’Autorità giudiziaria poiché non avrebbe provveduto a prevenire la truffa a vantaggio o nell’interesse dell’ente medesimo. E’ importante sottolineare che l’Istituto di credito, che ha incorporato la banca coinvolta nella vicenda, ha provveduto a risarcire già il 90% dei correntisti che avevano acquistato i diamanti.
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