Il neo eletto governatore della Sicilia è sotto processo nel caso Montante per concorso esterno in associazione a delinquere semplice e rivelazione di notizie riservate
Roma – Il Ponte sullo Stretto “stavolta si fa”. L’opera “era cantierabile e stavano partendo i lavori, ma il contratto fu rescisso dal governo Monti. Con 700 milioni di penale richiesta. Il progetto c’è. E siamo tutti d’accordo”.
Lo dice il nuovo governatore della Sicilia, l’ex senatore di Forza Italia Renato Schifani.
“Ho parlato anche con il presidente della Calabria, il mio amico Roberto Occhiuto”, aggiunge. Per Berlusconi “è sempre stato il punto strategico per avvicinare la Sicilia al resto d’Italia”. I soldi ci sono, sarà una “operazione coperta. In grande sintesi, l’esecutore dell’opera finanzia con capitali propri e recupera con le quote dei pedaggi. Progetto di finanza validato dalla Bocconi”.
Poi, rispetto all’emergenza rifiuti nella Regione, Schifani sottolinea che “le discariche traboccano. Occorre realizzare subito due grandi termovalorizzatori. Progetto avviato da Nello Musumeci. Da completare. Per trasformare i rifiuti in energia”.
Per quanto riguarda la sua pendenza giudiziaria in corso a Caltanissetta nell’ambito del processo Montante sostiene che si tratta di “una storia estremamente marginale. Avevo chiesto il giudizio immediato per una presunta violazione di segreto istruttorio, tutta da provare – commenta -. Il tribunale ha unificato le cause. Ne prendo atto. Ma sono sereno al cento per cento, altrimenti non avrei accettato questa sfida”.
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