‘Ndrangheta “verde”: nella centrale a biomasse di Cutro riversati spazzatura, catrame, copertoni e plastica

Gratteri: il sistema mafioso si basava sull’intercettare i contributi comunitari che in questo settore sono cospicui

Crotone – “Nelle biomasse veniva riversato di tutto: da spazzatura comune a scarti di catrame, copertoni e buste di plastica. Il sistema mafioso che riteniamo di aver scoperchiato verteva sull’intercettamento di contributi comunitari che sono cospicui in questo settore”.
Lo ha dichiarato il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, illustrando ai giornalisti i dettagli dell’operazione che ha condotto stamane a 31 misure cautelari tra le province di Crotone e Cosenza, di cui 27 in carcere e 4 ai domiciliari.

Altri 5 soggetti risultano indagati a piede libero. I carabinieri hanno proceduto a sequestrare 12 imprese dedite al taglio della legna e che rifornivano le centrali a biomasse di Cutro e Crotone in particolare, mischiando il cippato (legno ridotto in scaglie) con residui inquinanti. I capi di imputazione sono di associazione per delinquere di matrice mafiosa, concorso esterno, estorsioni aggravate, associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito e gestione illecita dei rifiuti ed anche per alcuni produzioni e spaccio di sostanze stupefacenti. La Divisione distrettuale antimafia di Catanzaro ha evidenziato il ruolo strategico nell’inchiesta del ‘locale’ di Mesoraca, piccolo centro del crotonese, che ha però pericolose propaggini nazionali ed internazionali.

Il clan aveva il monopolio del trasporto di legname 

Tra le 31 persone arrestate questa mattina dai carabinieri nell’operazione contro le cosche di Mesoraca, nel Crotonese, oltre ad esponenti storici della ‘ndrina locale come Mario Donato Ferrazzo figura anche l’imprenditore del legname Carmine Serravalle, titolare della centrale a biomasse di Cutro che nel 2015 ha acquistato dal gruppo Marcegaglia. E tra i beni sequestrati oggi su disposizione della Procura distrettuale antimafia è annoverata anche la Serra Valle Energy, l’impresa sotto la cui denominazione ricade ora la centrale di Cutro. Peraltro, come emerso da una indagine della Dda del 2020, la cosca Ferrazzo di Mesoraca avrebbe gestito in regime di monopolio il trasporto di legname dal porto di Crotone, dove veniva scaricato dalle navi, fino alla centrale di Cutro.

Un sequestro da 16 milioni di euro

Ammonta a circa 16 milioni di euro il valore dei beni sequestrati nell’operazione disposta dalla Dda di Catanzaro. Si tratta di 8 imprese boschive della provincia di Crotone e 4 della provincia di Cosenza. Tra le imprese sequestrate c’è quella a cui fa capo la centrale biomasse di Cutro.

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