È successo nella causa civile intentata a Washington dall’ex fidanzata del giornalista al principe saudita. Il motivo è la nomina di Mbs a premier
Joe Biden è di nuovo in imbarazzo con il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman.
All’amichevole saluto col pugno, scambiato recentemente a Gedda dopo che il presidente USA aveva promesso di trasformare bin Salman in un paria per il suo coinvolgimento nell’assassinio di Jamal Kashoggi, oggi si aggiunge il rinvio di 45 giorni domandato dalla sua amministrazione a un giudice di Washington che ha chiesto un parere sulla concessione o meno dell’immunità al principe ereditario.
La causa è quella civile intentata contro bin Salman da Hatice Cengiz, l’ex fidanzata del giornalista dissidente ucciso a Istanbul da agenti sauditi il 2 ottobre 2018. Cengiz è convinta che i membri dell’Ambasciata araba a Washington “abbiano attirato” il suo fidanzato “al consolato saudita in Turchia con uno stratagemma”, dicendogli, cioè, che la Turchia era l’unico posto dove poteva ottenere il documento che provava che era divorziato e che gli avrebbe permesso di sposarla. “Questo fatale sviamento ha avuto luogo negli Stati Uniti e faceva parte di una cospirazione più ampia intesa ad avere un impatto diretto sulle attività politiche di Khashoggi negli Stati Uniti”, si legge nel testo della denuncia presentata a un tribunale federale della capitale americana.
Oggi l’ennesima beffa.
L’amministrazione Biden ha motivato la richiesta di proroga con la recente designazione di bin Salman a premier, nomina che lo renderebbe un governante a pieno titolo e che i detrattori di Riyad sostengono che si tratti solo di una manovra per garantirgli l’immunità.
Un modo di tergiversare che va contro le affermazioni di tutta la campagna elettorale di Biden che aveva chiarito come, con lui alla Casa Bianca, le cose tra Washington e Riyad sarebbero cambiate.
Esperti legali ritengono che gli avvocati della donna si opporranno, sottolineando anche come nell’annuncio della nomina – un’eccezione alla legge saudita secondo cui è il re che deve fare il premier – è stato precisato che il re Salman agirà ancora come capo del governo negli incontri in cui sarà presente.
Gli esperti hanno inoltre ammonito che per bin Salman la posta in gioco è più alta della causa civile in Usa: se il giudice gli garantirà l’immunità, allora avrà uno scudo contro ogni minaccia legale o di arresto quando viaggerà fuori dal Regno. Se invece il giudice stabilirà che al principe non deve essere concessa l’immunità – perché non è un governante a pieno titolo o perché i suoi presunti crimini sono troppo gravi – sarà un severo segnale su possibili ulteriori grane giudiziarie.
Il 16 novembre 2018 la CIA aveva concluso che il mandante dell’omicidio di Khashoggi è stato Mohammad bin Salman.
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