Ruby ter, oggi in aula “la nipote di Mubarak”

Per lei i pm milanesi hanno chiesto una condanna a 5 anni e una confisca da 5 milioni di euro

Milano – Karima “Ruby” El Mahroug ha scelto di assistere in presenza all’intervento dei suoi difensori nel processo milanese Ruby Ter. È la prima volta che si presenta in aula per questo procedimento.
La 29enne, da cui hanno preso il nome i processi sulle presunte “cene eleganti” nella villa del Cavaliere, ad Arcore, all’arrivo nell’aula bunker 2 nel quartiere Ponte Lambro di Milano non ha rilasciato dichiarazioni. Si è seduta nel primo banco tra i suoi legali, Paola Boccardi e Jacopo Pensa.
È imputata per falsa testimonianza e corruzione in atti giudiziari con altre 28 persone, tra cui l’ex premier Silvio Berlusconi, il suo ex compagno Luca Risso, e tutta una serie di “olgettine”.
Per lei i pm milanesi hanno chiesto una condanna a 5 anni e una confisca da 5 milioni di euro.

La difesa: Karima è diversa dalla giovane descritta negli atti 

“Karima è una donna che tra un mese compirà 30 anni ed è profondamente diversa da quella ragazzina descritta in questo processo, che entrava e scappava da 16 comunità, alcune delle quali inadeguate per una minore in difficoltà. Dal 2010 ha sempre vissuto a Genova, ha sempre vissuto in affitto, non ha mai avuto case di proprietà e auto di lusso”. Lo ha detto l’avvocato Paola Boccardi nell’esordio del suo intervento in aula.

“Niente sesso con Berlusconi”

“Se c’è una cosa che non cambia mai nelle dichiarazioni di Karima è il ‘non aver avuto, non aver compiuto atti sessuali con Berlusconi’. In fase di indagini preliminari Karima ha fatto tante dichiarazioni, alcune delle quali frutto di fantasia. Però quella su Berlusconi è sempre rimasta inalterata”.
Lo ha sottolineato ancora Boccardi che poi ha aggiunto: “Le testimoni parlano tutte in maniera omologata, Karima usa il suo linguaggio: non ha parlato di cene eleganti, non ha mai parlato di burlesque, ha descritto serate sicuramente non puritane, ha descritto travestimenti e spogliarelli e ha detto di non aver mai subito atti sessuali o proposte. Non ha mai partecipato a nessuna delle serate in cui hanno partecipato le altre ragazze buone“.
Nella ricostruzione dell’accusa, invece, la giovane avrebbe mentito sulle serate ad Arcore e sulla prostituzione minorile, arrivando a ricevere 5 milioni di euro da Berlusconi o “4,5 milioni”, come scriveva in un appunto sequestrato. Da qui l’ipotesi di reato di corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza.

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