Crisi Ansaldo Energia, nulla di fatto in Prefettura: domani lo sciopero di operai e impiegati genovesi

Cdp interverrà solo per garantire liquidità all’azienda. Fiom e Fim non ci stanno: non ci basta una bombola d’ossigeno. Uilm si chiama fuori

Genova – Non si sblocca la vertenza Ansaldo Energia, neppure dopo l’incontro di oggi con il prefetto Renato Franceschelli, iniziativa che in un primo momento aveva fermato lo sciopero annunciato ieri per questa mattina.
“Ci aspettavamo qualcosa di diverso, e cioè che ci si impegnava a ricapitalizzare sul serio” spiega il segretario FIM Cisl Liguria, Christian Venzano, che poi aggiunge: “Invece le notizie sono state peggiori di quello che pensavamo perché c’erano ancora 50 milioni da prendere della vecchia ricapitalizzazione del 2019 e invece, dopo un’analisi sulla liquidità residua al 30 settembre, hanno dichiarato che i milioni saranno solo 36 perché questo è il rosso dell’azienda”.
Un incontro deludente dunque, “perché Ansaldo Energia ha bisogno di essere messa in sicurezza, di rilancio, di investimenti e non solo della liquidità minima per sostenere le spese”.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche la FIOM Cgil. Denuncia il il segretario generale genovese, Stefano Bonazzi: “Non ci basta una bombola d’ossigeno. Di fronte a questo scenario, domani mattina torneremo davanti ai lavoratori e decideremo tempi e modalità di lotta. Va da sé che, a questo punto, penso che sia inevitabile la dichiarazione di uno sciopero per chiamare alle sue responsabilità Cassa Depositi e Prestiti. Noi ci saremmo aspettati da Cdp un impegno chiaro a ricapitalizzare Ansaldo, quindi a dare un futuro all’azienda. Questa è la condizione minima per affrontare qualsiasi discussione. E invece oggi ci hanno detto che Cdp ci mette i denari che già erano dovuti ad Ansaldo”.

FIM e FIOM, dunque, pensano allo sciopero. Le organizzazioni sindacali parlano di stato di prefallimento dell’azienda, denunciano l’assenza di commesse per il 2023 con uno scarico di 200 mila ore di lavoro già da marzo.
Alla faccia della transizione ecologica. I sindacati, infatti, puntano il dito sul governo e sottolineano che c’erano tre commesse con Enel per convertire le centrali a carbone di Brindisi, Civitavecchia e La Casella (Piacenza), poi fermate per le scelte del governo che con la crisi energetica ha deciso di continuare con il carbone.

Bocce ferme, invece, per Antonio Apa, il coordinatore regionale della UILM che invece preferisce posticipare la mobilitazione: “Servono nervi saldi in attesa di un interlocutore perchè Cdp non può prendere decisioni senza un governo insediato. Nonostante ciò abbiamo ricevuto alcune rassicurazioni che si traducono in milioni per appianare i debiti. Servono ordini e un piano industriale. È chiaro che, se queste vicende fossero sottovalutate dal governo e da Cassa Depositi e Prestiti, allora gli faremo vedere i sorci verdi”.

st

Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.