Dopo una giornata intera di cortei e blocchi stradali in città per chiedere risposte a Cassa Depositi e Prestiti, le notizie arrivate ai lavoratori in mobilitazione non bastano
Genova – “Insoddisfacente, insufficiente e anzi controluce rispetto quelle dichiarazioni vediamo un futuro fosco per un piano lacrime e sangue”.
Lo spiega Stefano Bonazzi, segretario della Fiom di Genova, dopo una giornata di sciopero e manifestazioni a Genova da parte dei lavoratori di Ansaldo Energia. Nel tardo pomeriggio, dopo i cortei e i blocchi stradali per chiedere risposte a Cassa Depositi e Prestiti, le notizie arrivate ai lavoratori in mobilitazione non bastano.
“Sciopero duro e presidio permanente”, annunciano i lavoratori che chiedono una soluzione alla crisi aziendale che mette a rischio oltre 2mila dipendenti diretti, e circa 10mila tra esterni e indotto.
L’attesa comunicazione di Cdp, richiesta e aspettata per tutto il giorno, è arrivata nel tardo pomeriggio e non ha portato il messaggio sperato. Quindi domani sarà nuovamente assemblea a partire dalle 5:30 del mattino, davanti allo stabilimento, per studiare nuove forme di protesta.
“Noi chiedevamo – continua Bonazzi – una cosa sola: che Cdp si impegnasse per la ricapitalizzazione. Ma di tutto questo non c’è nulla nel testo arrivato oggi pomeriggio, la lotta quindi non si ferma”.
Cdp ci dice che “Ansaldo è importante – prosegue il segretario genovese della Fiom -, e spiega che ci vorrà un piano industriale, e bisognerà capire cosa significherà in termini di ricadute occupazionali. E poi richiama alla responsabilità tutti gli attori sociali presenti in Ansaldo, come a dire che i lavoratori che oggi hanno scioperato per il loro futuro responsabili non sono. E a tutto ciò non si può che reagire con rabbia e determinazione”.
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