“Stop a chi inquina il settore: revisione delle regole dell’accreditamento, controlli severi, formazione e valorizzazione del personale”
Genova – Ancora maltrattamenti nei confronti di anziani, questa volta, in una Rsa nel Pavese, dove quattro operatrici di una casa di riposo per anziani e il titolare sono stati posti ai domiciliari per maltrattamenti pluriaggravati nei confronti degli ospiti. Le indagini sono state eseguite dai carabinieri del Nas di Milano, coordinati dalla Procura di Pavia. Le vittime indifese, spiega la Procura, erano ingiuriate e subivano urla e mortificazioni tali da far subire loro “un clima di costante subordinazione e umiliazione”
È da questo ennesimo fatto di cronaca che prende spunto la nota di Luca Pallavicini, presidente nazionale di Confcommercio Salute, Sanità e Cura:“Sdegno per quanto accaduto e vicinanza verso pazienti e famiglie vittime dei maltrattamenti accertati recentemente in una Rsa del Pavese, con l’arresto di 5 persone tra cui il titolare della struttura. È l’ultimo grave episodio di un’escalation che va stoppata definitivamente, con vicende analoghe verificatesi nell’ultimo anno anche nel ponente ligure e in Puglia, nel foggiano”.
“Sono fatti gravissimi e inaccettabili – aggiunge Pallavicini – che rischiano di gettare ulteriore fango su un settore che svolge quotidianamente un ruolo cruciale nella presa in carico dei cittadini anziani e con fragilità, spesso sostituendosi allo Stato. Occorre dunque intervenire con urgenza per evitare il ripetersi di episodi simili, puntando su una programmazione basata su temi ben precisi: revisione delle regole dell’accreditamento, controlli severi, formazione e valorizzazione del personale e tutela di chi investe in qualità e sicurezza”.
Il monito e le proposte di Confcommercio Salute, Sanità e Cura sono indirizzate anche al nuovo Governo e alle Regioni, per stimolare su più livelli una programmazione di larga scala e avviare una volta per tutte una vera e profonda analisi strutturale del settore.
Rsa: dopo il Covid, la necessità di adeguare le strutture
“Dopo un pesantissimo biennio pandemico seguito dal fardello del caro energia – prosegue Pallavicini – oggi la mancanza di fondi e l’impoverimento delle famiglie hanno favorito il proliferare di un mondo collaterale di strutture a basso costo e senza garanzie di qualità che hanno inquinato l’intero settore: un fenomeno che riteniamo vada stoppato con azioni sinergiche tra istituzioni e operatori virtuosi, partendo dalla revisione dei fondi sulla non autosufficienza e sottolineando l’importanza di adeguare le strutture, anche attraverso una marcata azione di vigilanza, sui temi della formazione, dell’accreditamento e della qualità delle prestazioni”.
Un comparto che ha necessità di maggiori attenzioni
“Il cambio di marcia non può più essere posticipato. Parliamo di un settore destinato a diventare un vero e proprio pilastro della Silver Economy. Una sfida che potrà essere vinta solo con un deciso cambio di paradigma nell’approccio culturale e operativo verso il settore dei LEA, in cui strutture e operatori possano essere parte integrante di un processo di crescita efficace ed efficiente. Tra le priorità c’è senz’altro la valorizzazione del personale, attraverso la garanzia di un compenso equo, lo sviluppo della formazione continua e la valorizzazione del welfare aziendale. Muove in questa direzione il Contratto Collettivo Nazionale da noi siglato il 13 settembre scorso con Fisascat Cisl, Uiltucs e l’assistenza di Confcommercio Imprese per l’Italia. Un documento dalla forte matrice valoriale, sociale e solidale a tutela di ogni attore coinvolto”.
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