Le tensioni tra Kosovo e Serbia crescono. Al centro la disputa sulle targhe, che a noi sembra una banalità, ma al confine dei due Paesi è un problema quasi insormontabile
Pristina – Si intensificano gli attriti tra Pristina e Belgrado, per adesso tenuti sotto controllo dalle diplomazie dei due Paesi, e dalle forze della KFOR in Kosovo.
In un messaggio ai cittadini, il Primo Ministro della repubblica kosovara, Albin Kurti, ha comunicato che dal 1° novembre “è iniziata l’emissione di avvertimenti ai conducenti di auto con targhe illegali in Kosovo, targhe eredità del regime di Milošević. Ad oggi, il numero di segnalazioni emesse è 843. Non ci sono stati incidenti e nessuna denuncia è stata registrata.
Il 21 novembre sarà una data cruciale per la stabilità nei Balcani
Ma il nodo della questione è che dal 21 novembre la polizia comincerà a fare le multe e soprattutto nella zona di Mitrovica e Preshevo potrebbero verificarsi disordini.
Ma per non essere accusato di voler inasprire i contrasti con Belgrado, Kurti ha anche sottolineato che i serbi al confine con il Kosovo,” potranno sostituire le targhe illegali KM, PR, ecc. a quelle RKS ufficiali, con enormi agevolazioni fiscali”.
Kurti: Belgrado strumento nelle mani del Cremlino
Ma Kurti ha anche avanzato l’ipotesi che Belgrado voglia arrivare a tutti i costi a una rottura dichiarando che “i rappresentanti della lista serba hanno detto una settimana fa che avrebbero organizzato una forte resistenza contro le multe. Eppure non hanno aspettato il 21. Novembre: Belgrado è iniziata con minacce e preparativi per destabilizzare il Kosovo. Quindi, è qualcos’altro. È chiaro di cosa si tratta: il Presidente della Serbia ha imbrogliato e deluso americani ed europei; spesso incontra e si coordina con l’ambasciatore russo a Belgrado. La Serbia non essendo un paese democratico diventa uno strumento nelle mani del Cremlino”.
Un invito alla calma
Il messaggio si chiude con un “invito tutti i cittadini di nazionalità serba in Kosovo a mantenere la calma, la sicurezza e la pace. Non sono il primo ministro contro di voi, ma Belgrado è contro di me. Sono il Primo ministro che sarà al vostro servizio rispettando la costituzionalità e la legalità della Repubblica del Kosovo. La lotta alla criminalità e alla corruzione è la mia priorità, quindi giustizia, sviluppo economico, occupazione uguaglianza e prosperità per tutti indipendentemente da etnia, religione o origine. Non boicottate o abbandonate le istituzioni del Kosovo”.
Nel merito è anche intervenuto il nostro Ministro degli Esteri Tajani che ha dichiarato: “Preoccupano le crescenti tensioni tra Serbia e Kosovo. Ho chiesto ai nostri Ambasciatori a Belgrado e Pristina di rivolgere un appello alla moderazione e al dialogo affinché ci sia un giusto compromesso. L’Italia è impegnata per la stabilità e la sicurezza nei Balcani occidentali”
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