Alcuni dati sulla raccolta differenziata, le perdite nella rete idrica, lo smog e il trasporto pubblico
Più auto in circolazione e un crollo quasi uniforme nell’utilizzo del trasporto pubblico. Livelli di smog e di perdite lungo la rete idrica che rimangono preoccupanti. Poche note positive che poco incidono sul trend complessivo: tra tutte, l’aumento della raccolta differenziata e dei chilometri di piste e infrastrutturazioni ciclabili.
Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente
“Dalla fotografia di Ecosistema Urbano 2022 – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – non vediamo quel cambio di passo repentino che impone l’emergenza energetica, ambientale e sociale. In tutte le città serve velocizzare gli interventi, diffondere gli impianti fotovoltaici sui tetti e le comunità energetiche rinnovabili, riqualificare gli edifici, promuovere l’elettrificazione del trasporto pubblico e privato, completare fognature e depuratori, realizzare gli impianti dell’economia circolare, a partire da quelli di digestione anaerobica e compostaggio per produrre biometano e compost di qualità, di riciclo chimico delle plastiche miste e quelli per recuperare le terre rare dai rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche.
Ponte sullo Stretto di Messina, un progetto inutile
Queste sono le sfide che attendono il nuovo governo. La transizione ecologica dei capoluoghi italiani dipende dalle scelte dei Comuni ma soprattutto da quelle che verranno fatte a livello nazionale dall’esecutivo. Da parte nostra ci auguriamo di non perdere tempo a discutere di progetti inutili come il Ponte sullo Stretto di Messina, ma daremo il nostro contributo per dare concretezza alle opere pubbliche e agli impianti per la transizione ecologica che serve al Paese”.
I capoluoghi italiani non migliorano le loro performance ambientali
Nel 2020 segnato dall’emergenza pandemica, i capoluoghi italiani non migliorano le loro performance ambientali: se è vero, infatti, che il Covid-19 colpisce anzitutto le città, modificandone contorni, regole e indirizzi, le emergenze urbane evidenziate negli anni precedenti rimangono le medesime e riflettono un sostanziale immobilismo nelle politiche improntate alla sostenibilità, seppur con qualche importante eccezione e best practice cui guardare per tracciare la rotta del cambiamento su scala nazionale.
Sono 18 gli indicatori che sono stati presi in considerazione per valutare il tasso di sostenibilità della città reale rispetto a una città ideale
Genova al 37° posto su 105 città
Nel computo complessivo va considerata poi l’assegnazione di un “bonus” per le città che si contraddistinguono in quattro ambiti: recupero e gestione acque, ciclo dei rifiuti, efficienza di gestione del trasporto pubblico, modal share.
Nella classifica generale Genova occupa il 37°posto con un punteggio di 58,10, in cima alla classifica Trento, Reggio Emilia e Mantova.
Male la raccolta differenziata bene il trasporto pubblico
La percentuale di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti urbani, nel 2020 confer- ma la crescita registrata nelle ultime edizioni e si attesta su un valore medio di 59,3%, un punto percentuale in più rispetto al 2019 e cinque rispetto al 2018 (54,3%). L’obiettivo di legge del 65% fissato per il 2012 è stato raggiunto da 50 città, quattro in più rispetto all’anno precedente, mentre la soglia del 35%, prevista per il 2006, non è stata ancora raggiunta da 10 Comuni (erano 10 anche nel 2019 e 18 nel 2018). Otto Comuni – uno in meno rispetto allo scorso anno – superano la soglia dell’80%. Scende la produzione di rifiuti, la media si ferma a 514 Kg procapite (erano 530 Kg pro capite lo scorso anno e 537 kg pro capite nel 2018). In questo frangente Genova è al 98° posto ( su 105) della classifica.
Una nota positiva riguarda i genovesi che utilizzano il servizio di trasporto pubblico, dove il capoluogo ligure è al 4° posto dopo Milano e prima di Bologna.
Buone pratiche:
Quest’anno sono in tutto 16 le buone pratiche premiate da Ecosistema Urbano. Parole d’ordine mobilità sostenibile, verde urbano e percorsi partecipati. Si va ad esempio dalla rete ciclabile strategica di Agrigento, finanziata dalla Regione Sicilia con oltre 3 milioni di euro, che permetterà a turisti e agrigentini di muoversi in modo sostenibile e sicuro nel centro urbano; alla pista ciclabile sostenibile di Genova che dal centro punta alle spiagge del levante, per arrivare la rete interconnessa di Lecce ispirata alla bicipolitana di Pesaro.
Da Prato dove si sta coltivando la prima “giungla urbana”, attraverso il progetto Prato Urban Jungle che riqualificherà aree marginali trasformandole in spazi ad alta densità di verde agli esempi di riconversione sostenibile di spazi pubblici degradati o non fruibili in sicurezza dai cittadini: dal Parco delle Cave di Brescia, 900 ettari di area naturalistica riqualificata dal Comune attraverso percorsi partecipati al recupero di alcune aree periferiche ex-industriali di Perugia.
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