Siamo in autunno e anche se non fa così freddo e c’è il sole un fiasco di rosso fa piacere. Magari poi ne salta fuori anche più di uno e così un fiasco tira l’altro
Ma farà davvero piacere a tutti ? C’è chi non beve e chi il fiasco è costretto a berselo anche se non vorrebbe, e magari deve anche dire che è buono.
Per esempio, al Commissario Regionale di Fratelli d’Italia, guida locale indiscussa e unica di Fratelli d’Italia, il fiasco delle elezioni del Consiglio della Città Metropolitana (la ex Provincia) non deve essere andato giù tanto bene, anche se lui Rosso lo è di cognome e basta, e della Provincia di Genova si occuperebbe Stefano Balleari.
Infatti, il maggiore Partito nazionale di gran lunga, che da solo vale il doppio almeno degli altri partiti della coalizione di centrodestra messi insieme, non è riuscito a far eleggere tutti e tre i candidati che aveva presentato per il Consiglio della ex Provincia. Non solo, ha perso per strada l’unica donna dei tre, la battagliera consigliera di Sant’Olcese Patrizia Altobelli, ma anche il suo candidato di punta Carlo Gandolfo, Sindaco di Recco, ha avuto un risultato mediocre, ed è stato pure superato da un consigliere del suo stesso Comune, Franco Senarega, ponendo a rischio la sua nomina a Vice Sindaco della Città Metropolitana.
Ora se Gandolfo sarà Vice Sindaco, lo dovrà esclusivamente alla cortesia del Sindaco Bucci, nella veste di vertice della ex Provincia, e per nulla alla forza del suo partito.
In Fratelli d’Italia, parrebbe, ci siano rimasti malissimo non solo per gli storici e persistenti rapporti difficili fra Matteo Rosso e Marco Bucci, che nei risultati elettorali danno ragione a Bucci, ma anche perché il lavoro di raccolta voti fatto da Stefano Balleari quale responsabile provinciale non ha funzionato affatto. Oppure, e sarebbe peggio, il risultato è dovuto al fatto che a livello provinciale il partito della Meloni ha pochi voti e pochi amministratori con il risultato di non incidere sul territorio
Insomma, dato che i quattro consiglieri comunali di Genova avranno certamente votato come dovevano e che quindi Genova ha fatto il suo dovere con il peso determinante dei suoi voti, sul territorio provinciale e in generale in Liguria il partito appare essere, se non più il nano di pochi anni fa, quantomeno sicuramente un gigante dai piedi di argilla.
In particolare se anche una certa consigliera comunale da poco transitata nel gruppo misto avesse votato per Fratelli d’Italia, nel qual caso Genova avrebbe fatto più del suo dovere, apportando da sola almeno il 50% di tutti voti presi da FdI, il risultato finale sarebbe ancora più deludente.
E in effetti, più “Genova c’è”, più Genova trascina, peggiore sembra essere il bilancio per il partito della Meloni in Liguria. Se davvero sembra che Genova a tutti i livelli politici stia marciando, sia in Giunta e in Sala Rossa – quella della Regione e quella del Comune – sia anche nei Municipi, allora davvero qualcosa non quadra nel lavoro fatto sul territorio a livello regionale e provinciale.
Del resto, a proposito di fiaschi, sovviene che FdI non dispone di rappresentanza nel Comune di Chiavari e se la recupera nel Comune di Rapallo ciò non è per successi elettorali ma per il passaggio di un consigliere sotto la bandiera di Fratelli d’Italia.
E, per dire, non va tanto bene anche la totale mancanza di rappresentanza a livello regionale per una provincia importante come quella di Savona, un altro punto dolente per il partito del Presidente del Consiglio. Una situazione che non pare sarà corretta neppure ora che in Regione è tempo di rimpasti e che consegna la Provincia di Savona al ruolo di ultima della classe con notevoli timori per le prossime tornate elettorali. Bene a Roma, non benissimo ai confini dell’impero.
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