Migranti: continuano gli sbarchi e il Governo pensa a sanzioni per le ONG e alla possibilità di chiudere i porti

Giorgia Meloni deve mantenere le promesse elettorali, il Papa parla di “sirene del populismo, l’Europa sta a guardare e la Francia dà lezioni a tutti

Il problema sbarchi sta occupando gran parte dell’agenda europea, tanto che Italia, Malta, Cipro, e Grecia, che rappresentano la porta di ingresso dell’Europa nel mediterraneo, hanno prodotto una nota congiunta dove sottolineano il mancato rispetto degli accordi sulla ricollocazione dei migranti e il ruolo delle ONG che per molti sono i taxi degli scafisti.

Le ONG, nella nota congiunta, sono invitate a “rispettare la «cornice giuridica internazionale sulle operazioni di search and rescue.  Ogni deve effettivamente esercitare la giurisdizione e il controllo sulle navi battenti la propria bandiera”.

In sintesi, un invito a tutti gli “Stati di bandiera ad assumersi le loro responsabilità in conformità con i loro obblighi internazionali”.

La Spagna si defila

Manca dalla lista la Spagna, che in una comunicazione ha dichiarato che “non può sostenere proposte che premierebbero i Paesi che non rispettano i loro obblighi in termini di diritto marittimo internazionale e che andrebbero a discapito di quelli che, come la Spagna, rispettano i loro obblighi internazionali e salvano vite con risorse pubbliche”.

Multe e sequestri per le ONG

E mentre l’Euopa lavora per far incontrare i Ministri dell’Interno in un summit che dovrebbe ristabilire nuove regole per l’accoglienza e la distribuzione dei migranti, ma anche modalità più efficaci per arginare gli sbarchi, Giorgia Meloni sta pensando a come applicare una maggiore stretta sulle ONG che preveda multe e sequestri delle imbarcazioni.
Saranno, forse, riviste le maxisanzioni del decreto sicurezza bis, con cifre che potrebbero assestarsi tra i 10mila e i 50mila euro e non quelle milionarie previste dall’allora ministro Salvini.

Porti chiusi per motivi di sicurezza

Ma non solo. Il ministro Piantedosi potrebbe rispolverare anche la norma che concede al “Viminale la possibilità di limitare o vietare l’ingresso, il transito e la sosta alle navi per motivi di sicurezza”.
I porti, dunque, rischiano di tornare “chiusi”, come si auspicava l’allora Ministro salvini nel primo Governo di Giuseppe Conte.

Gli sbarchi continuano

Intanto stamattina trentotto migranti, originari di Camerun, Costa d’Avorio, Guinea e Mali, sono sbarcati a Lampedusa. Il barchino di 7 metri, partito da Sfax in Tunisia, sul quale viaggiavano è stato intercettato dalla motovedetta Cp319 della Capitaneria. Il gruppo è stato trasbordato e il natante lasciato alla deriva. Anche loro, dopo un primo triage sanitario a molo Favarolo, sono stati portati all’hotspot di contrada Imbriacola dove ci sono 1.082 ospiti. Nei giorni scorsi si era arrivati ad oltre 1,500 presenze. Ieri, a Lampedusa, con 5 diverse imbarcazioni, erano giunti 127 migranti.

Le parole del Papa

“Anche oggi, molto più di ieri, tanti fratelli e sorelle, provati e sconfortati, migrano in cerca di speranza, e tante persone vivono nella precarietà per la mancanza di occupazione o per condizioni lavorative ingiuste e indegne. E anche oggi i poveri sono le vittime più penalizzate di ogni crisi. Ma, se il nostro cuore è ovattato e indifferente, non riusciamo a sentire il loro flebile grido di dolore, a piangere con loro e per loro, a vedere quanta solitudine e angoscia si nascondono anche negli angoli dimenticati delle nostre città”

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