Oltre 2 mila firme dopo 79 giorni di attività, fatta di 9 riunioni pubbliche, 40 banchetti, e che ha portato anche alla raccolta di 5 mila euro per affrontare i costi del percorso legale
Genova – Sono questi i numeri del comitato Opposizione Skymetro – Val Bisagno Sostenibile che questa mattina ha presentato a Palazzo Tursi una petizione per chiedere al sindaco di sospendere l’iter dell’opera e di aprire un percorso di partecipazione che contempli, oltre allo skymetro anche altre modalità di trasporto pubblico in Valbisagno.
“Le infrastrutture sopraelevate in giro per il mondo si demoliscono e non si costruiscono – spiega Vincenzo Cenzuales uno dei rappresentanti del comitato – perché creano grossi problemi sociali. Possono andare bene solo se ci sono grossi vantaggi ma non in questo caso. Le fermate sono distanziate tra loro e sono dalla parte della valle, dove non abitano persone.
E poi ci lascia sgomenti è la decisione di costruire piloni nel Bisagno, facciamo lo scolmatore per abbassare il rischio e lo alziamo subito dopo, ci sembra assurdo”. Il comitato, che è nata ad agosto raccogliendo il lavoro fatto diverse associazioni che avevano iniziato a promuovere critiche sullo skymetro, ha infatti aperta alla partecipazione degli abitanti attraverso riunioni informative sul territorio, banchetti di raccolta firme e informazione, ascoltare i pareri di cinque esperti legali amministrativisti, senza contare la comunicazione continua di tutto il comitato e dei gruppi interni dedicati all’organizzazione, alla comunicazione e al percorso legale, ognuno con il proprio percorso di riunioni dedicate.
“Il comitato è nato grazie alle associazioni che già da mesi si stavano chiedendo che cosa stava succedendo in Val Bisagno cpn gli abitanti che stavano prendendo coscienza di un progetto poco pubblicizzato, del quale si avevano poche onformazi9ne ma che, on qualche maniera, ricadeva sulla valle con un alto impatto. Quelle che abbiamo raccolto è stato un bisogno collettivo della valle – racconta Massimo Cannarella, tra i promotori del comitato – in alcune riunioni abbiamo raccolto anche più di 200 persone e abbiamo fatto 40 banchetti in tre mesi, ciascuno con una media di tre persone che raccoglievano le firme che abbiamo consegnato”.
Un percorso di partecipazione reale, quindi, fatto di coinvolgimento, confronti, relazioni, impegno perché partecipazione non è informare gli abitanti sulla bontà di un progetto in fase di realizzazione, lasciando soltanto, magari, la scelta sul colore dei piloni. “Non si può giocare a nascondino con i progetti – conclude Enrico Testino, che fa parte del Comitato – non si possono presentare a pezzi, una volta un rendering, poi si dice che non è vero, perché questo impedisce alla città di contribuire e portare idee. Quello che serviva era un percorso partecipato per migliorarlo”. Le associazioni, quindi, hanno avanzato diverse proposte di rafforzamento del trasporto pubblico locale lungo la Val Bisagno, proposte basate su progetti approvati recentemente dallo stesso Comune e in corso di realizzazione, come il progetto dei “4 assi”, o basate su progetti approvati da giunte precedenti come quello del tram.
Il progetto denominato “4 assi” prevede la realizzazione, per la Val Bisagno, una linea di filobus che ricalca il tragitto attuale degli autobus 13 e 14. “Ci sarebbe anche la soluzione più semplice di tutte – aggiungono i rappresentanti dei comitati – intervenire in maniera efficace sui punti del tragitto che va da Brignole a Prato che creano rallentamenti. Basterebbe una sperimentazione di pochi mesi, anche, con un numero adeguato di operatori del traffico per verificare miglioramenti sostanziali. Si potrebbero anche utilizzare alcuni dei tratti delle corsie riservate già previste dal progetto dei “4 assi”. Potrebbe bastare creare una corsia dedicata ai mezzi pubblici o utilizzare altre “tecnologie” del traffico testate ovunque nel mondo, dedicate e specificamente calibrate. Magari in attesa di vedere realizzato il progetto “4 Assi”, potenziato però con l’utilizzo del tram, come auspicato dal progetto stesso. Le misure suggerite sono adottabili a partire da domani – concludono – con risultati osservabili nell’ordine di settimane o mesi senza dover passare attraverso l’enorme disagio dei tre o cinque anni di traffico bloccato dai cantieri necessari a edificare lo skymetro”.
f.c.
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