Cono di Portman, Gadolla: “Avrebbe fatto tornare Genova di nuovo Superba”

A trent’anni dalle Colombiadi si torna a parlare dei progetti alternativi a quello di Renzo Piano

Genova – A trent’anni dalle Colombiadi si torna a parlare dei progetti alternativi a quello di Renzo Piano. Ma perché il Cono di Portman non andò in porto? Lo abbiamo chiesto a Gianfranco Gadolla che all’epoca, con la finanziaria Fortune, aveva promosso e appoggiato la visione dell’architetto di Atlanta e della sua torre alta 262 metri. Incastonata su un’isola di cemento grande quanto otto campi da calcio, il famoso cono avrebbe ospitato un albergo e poi uffici, ristoranti e una terrazza panoramica.
Un progetto avveniristico per Genova che non mancò di infiammare il dibattito cittadino e che infine fu cassato dal Comune con la delibera quadro del marzo 1990. Ricorda Gadolla: “Trent’anni fa era troppo presto per un progetto del genere. Oggi il Cono certamente si farebbe e rappresenterebbe Genova nel mondo”.

Ecco il sondaggio che fece “Il Lavoro” tra i suoi lettori

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Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.