“Non vogliamo diventare un cementificio di proporzioni mai viste”
Genova – Webuild sarà il leader del consorzio che realizzerà la Nuova Diga Foranea del Porto di Genova, accanto a Fincantieri Infrastructure Opere Marittime, Fincosit e Sidra, per un valore complessivo a base d’asta di 928 milioni di euro. Webuild partecipa al consorzio realizzatore con una quota parial 40%.
La Nuova Diga Foranea è un’opera unica al mondo per la complessità ingegneristica, sia per le dimensioni che per la realizzazione “offshore”, cioè totalmente in mare aperto, senza che vengano interrotte le attività portuali. Poggerà su fondali a profondità variabile fino a 50 metri, la profondità maggiore al mondo mai sperimentata per una diga foranea, ed avrà uno sviluppo complessivo di 6,2 km, di cui poco più di 4 km inclusi nei cosiddetti lavori di Fase A.
Con la nuova diga viene così realizzato il più grande intervento di rinnovamento dell’area portuale ligure degli ultimi 25 anni, con l’ampliamento degli spazi di transito e manovra per le navi all’interno dello scalo marittimo, così da potenziarne la capacità di accoglienza e trasformarlo in una infrastruttura in grado di accrescere la competitività del sistema ligure e dell’Italia tutta. La sua realizzazione consentirà l’accesso al porto a navi portacontainer più grandi, lunghe fino a 400-450 metri (il doppio di quelle che possono
transitare oggi), adeguando le specifiche del porto di Genova alle esigenze delle maggiori compagnie di navigazione. Un progetto di grande impatto economico per la città, per il suo porto commerciale e per tutta l’Italia, che genera sviluppo già dalla fase di costruzione: per la sua realizzazione, saranno infatti occupate più di 1.000 persone, tra diretti e terzi.
Un basamento realizzato a 50 metri di profondità mediante l’impiego di 7 milioni di tonnellate di materiale roccioso
Per la Fase A, attualmente finanziata, è previsto un basamento realizzato a 50 metri di profondità mediante l’impiego di 7 milioni di tonnellate di materiale roccioso, su cui verranno posizionati elementi prefabbricati in cemento armato composti da circa 100 cassoni cellulari, di dimensioni fino a 33 metri di altezza, 35 metri di larghezza e 67 metri di lunghezza, ognuno equivalente in altezza ad un palazzo di 10 piani.
Fin qui il la spiegazione con un taglio economico e tecnico di un’opera che ha fatto e farà discutere per l’impatto ambientale e le ripercussioni sull’ecosistema marino. Ma oggi, con una nota, è intervenuto nella discussione anche il comitato “Pegli bene comune” che ha voluto sottolineare il netto “NO”alla fabbricazione a ponente dei “cassoni” della diga perchè il rischio è che l’area del porto tra Pra’ diventi “un cementificio di proporzioni e dimensioni mai viste. Sette milioni di tonnellate di materiale pietroso da trasportare e “montare” nell’area del cosiddetto Sesto Modulo.
104 cassoni che diventeranno la nuova diga di Genova alti come un palazzo di 10 piani
Tutto questo per realizzare i 104 cassoni che diventeranno la nuova diga di Genova, cassoni la cui realizzazione dovrebbe iniziare entro pochi mesi, stando alle notizie che da tempo riferiscono gli organi di stampa.
Un cementificio che comporterebbe il transito di migliaia e migliaia di camion, che col loro carico riempirebbero di smog e polveri i quartieri del Ponente. Ancora una volta a scapito della salutedi chi vi abita, con evidenti conseguenze anche sul valore degli immobili, ad ulteriore rischio di svalutazione.
Visto che i materiali verranno presumibilmente trasportati via terra con camion, il comitato ha il timore che possa avvenire un peggioramento della viabilità “del Ponente già vittima del traffico cittadino e reduce dal crollo del ponte Morandi, e di inquinare ulteriormente l’aria di quartieri che, da decenni, sono gravati da numerose attività industriali e servitù cittadine. Senza contare poi l’impatto visivo in termini di oscuramento dei nostri litorali, vista l’altezza dei singoli manufatti.
Il comitato pegli bene comune, dopo avere raccolto 7.000 FIRME nel 2013 contro l’ipotesi di prolungamento verso Pegli e Voltri della Diga Foranea del porto di Pra’, dice NO! All’ipotesi di fabbricazione dei “cassoni” nel Ponente genovese, e chiede a gran voce ad Autorità Portuale ed istituzioni locali di individuare un’alternativa che non impatti sulla salute e sul benessere dei cittadini.
Il comunicato si chiude con la richiesta di un confronto con l’amministrazione.
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