Frana a Ischia, PichettoFratin: “Secondo me basterebbe mettere in galera il sindaco e tutti coloro che lasciano costruire”

Dopo decenni di abusivismi e di vittime forse qualcuno  pensa di intervenire

Contro l’abusivismo edilizio a Ischia “secondo me basterebbe mettere in galera il sindaco e tutti coloro che lasciano costruire”. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, intervistato da Rtl 102.5. Alla domanda se e’ d’accordo con il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, secondo cui bisogna demolire, il ministro ha risposto: “Io confischerei ciò che è abusivo, valutando poi caso per caso quello che è pericoloso e che va demolito”.
Pichetto Fratin ha infine ricordato che per l’area colpita dalla frana “ci sono stanziamenti previsti 12 o 13 anni fa e che tuttora risultano in ambito locale solo a livello di progettazione”.

Il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, ha voluto ricordare, in un’intervista a Repubblica, che la storia si ripete da oltre 100 anni, nel 1910 ci fu una frana uguale “un’enorme colata di fango si staccò dallo stesso pezzo di montagna, e le vittime furono molte. Servono interventi  strutturali contro il dissesto idrogeologico, ma anche manutenzione. Tutte azioni che costano molto e non pagano in termini di consenso In più gli enti locali non hanno le risorse e il personale adeguato”.

Nel merito è intervenuto anche Renzo Piano sostenendo che “Il rammendo del territorio da nove anni è la mia ossessione” ed è l’unica possibilità perchè “non possiamo buttare giù l’Italia e rifarla daccapo. Nessuno venga a dirci che la tragedia di Ischia è stata una fatalità, innanzitutto perchè non si costruisce così, sulla polvere.

Quando si edifica in discesa ci vuole una speciale attenzione all’acqua, anche se costruisci sulla roccia. E io che sto costruendo sulla roccia del Monte Bianco vicino a Chamonix, so che ci vogliono competenze molto raffinate. Figuriamoci a Ischia, alle pendici del monte Epomeo, che è di tufo. E non è mai fatalità perchè dove costruito abusivamente, che è uno degli avverbi del disastro italiano perennemente condonato, non si è poi intervenuti né con la manutenzione né tantomeno con il rammendo del territorio a rischio”.

Adesso, mentre contiamo le vittime e i danni, vediamo che fine faranno tutte le pratiche di condono che a Ischia e nelle zone colpite dalla frana erano una prassi consolidata. E poco vale la levata di scudi di qualche politico che adesso si difende dicendo che la legge per Ischia inserita nel decreto Genova era per velocizzare l’iter burocratico di alcune pratiche.

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