Segreteria PD, Elly Schlein non sale sul palco ma sta in mezzo ai suoi sostenitori

Renzi: ” Elly Schlein e Benifei se non trovavano un pazzo che faceva la rottamazione, prendeva il 40% e li candidava, a quest’ora non sarebbero andati al Parlamento europeo

Roma – A che le chiede se è emozionata, mentre al Monk, a Roma, risponde: “Sì, certo è una bella giornata”. La deputata ed ex vicepresidente della regione Emilia Romagna non parla dal palco ma le bastano due sgabelli e un leggio sono stati preparati al centro della sala, con le sedie disposte in modo circolare. Pochi i volti noti: ci sono la portavoce della conferenza delle donne Cecilia D’Elia, Arturo Scotto, voce di Art.1, l’ex Governatore del Lazio Piero Badaloni.

Circa 1500 persone hanno partecipato stamani al Monk di Roma all’incontro organizzato da Elly Schlein per il lancio della sua candidatura alla guida del Pd. E’ la stima dello staff della deputata. Oltre alla sala, gremita, per seguire l’intervento di Schlein era stato allestito uno spazio esterno -anch’esso pieno – con tavoli e un collegamento in streaming. “Un’onda di partecipazione che ci ha travolto”.

“Parte da noi una storia nuova per costruire l’alternativa che merita questo Paese”. Con queste parole, che ‘attingono’ anche dal titolo dell’iniziativa ‘Parte da noi’, Elly Schlein lancia la sua candidatura alla guida del Pd. “Parte da noi questa nuova storia che deve attraversare il Paese per cambiarlo”, scandisce. “A chi mi chiede perchè questa scelta, la risposta è semplice: perchè vedo che c’è una voglia condivisa di ricostruire una comunità. E questo è un valore aggiunto che noi vogliamo portare a prescindere da quello che sarà l’esito del congresso e delle primarie. Mi sembra una bella energia, mi sembra un buon vento quello che ci spinge”.

E ancora: “La visione del futuro che parte da noi parte da tre sfide cruciali: diseguaglianze, clima e precarietà. Le destre non ne parlano, è come se vivessero in un altro paese. Il disegno di Calderoli sull’Autonomia differenziata affonda le radici nel progetto leghista di secessione, va rigettato”.

Ma l’entusiasmo che si respira al Mono non basterà per affrontare una scalata alla segreteria di un partito che sembra sul punto di implodere e che ha al suo interno politici che non molleranno tanto facilmente il potere acquisito negli anni, anche se la giovane promessa incassa la fiducia di Marina Sereni che commenta: “Ho ascoltato il discorso con cui Elly Schlein si è candidata alla segreteria nazionale del Pd. Giustizia sociale e ambientale, lavoro dignitoso, welfare, partecipazione dal basso e innovazione. Finalmente una ventata di aria fresca di cui il Partito democratico ha grande bisogno!”

Dello stesso parere Cesare Damiano che ha definito quello della scaleni un “discorso interessante, radicale e di sinistra. Mi auguro che con le candidature scese in campo si dia finalmente corpo e anima a un processo costituente di discontinuità valoriale e di contenuti e non una semplice riverniciatura dell’esistente”.

Critiche neanche tanto velate a Ella Schein da parte dei renziani che sostengono, come ha fatto Francesco Bonifazi, deputato di Italia Viva,  su Twitter che “se non ci fosse stato Renzi e il suo 40% alle europee del 2014 Schlein non sarebbe mai stata eletta. Se non ci fosse stata la rottamazione non sarebbe mai stata candidata. Poi ognuno fa le scelte che vuole. Ma la verità storica e che senza Renzi Elly non sarebbe mai stata eletta”.

E nello scambio di opinioni su Elly Schlein è intervenuto anche Matteo Renzi: “In passato hanno goduto del grande risultato del Pd di quegli anni. Perchè c’è stato un momento, purtroppo durato poco, in cui il Pd vinceva. Elly Schlein e Benifei se non trovavano un pazzo che faceva la rottamazione, prendeva il 40% e li candidava, a quest’ora non sarebbero andati al Parlamento europeo. Come anche Bonaccini e Ricci, tutta gente che nella stagione del renzismo aveva dei ruoli”

 

 

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