Record in Sicilia: prezzi aumentano del 14,3%, in valle d’aosta la crescita più bassa, +8,7%. Con prezzi a questi livelli una famiglia su tre ridurrà consumi durante le feste
L’inflazione all’11,8% si traduce, a parità di consumi, in una stangata pari a +3.625 euro annui a famiglia, ed è destinata ad avere ripercussioni fortissime sul Natale degli italiani. Lo afferma il Codacons, dopo i dati definitivi diffusi oggi dall’Istat.
“A causa dei rincari dei prezzi una famiglia “tipo”, considerata la spesa totale per consumi, si ritrova a spendere oggi 3.625 euro in più su base annua – spiega il presidente Carlo Rienzi – Una vera e propria mazzata che si ripercuoterà anche sulle spese degli italiani legate alle festività di fine anno”.
Meno viaggi e meno regali
Pranzi, cenoni, ristoranti, regali, tutto costerà di più questo Natale, a causa della raffica di rincari che si è abbattuta sui prezzi al dettaglio.In base alle stime del Codacons, infatti, con i prezzi a questi livelli e il caro-bollette che ancora investe il paese, 1 famiglia su 3 ridurrà i consumi durante il Natale, tagliando soprattutto le spese non primarie come regali, viaggi, ristorazione, casa, con danno per il commercio e l’economia nazionale.
Il Codacons sottolinea poi l’enorme forbice sul fronte dell’inflazione a livello territoriale: la regione dove i prezzi crescono di più è la Sicilia, che a novembre registra un tasso del +14,3%, equivalente a una maggiore spesa per famiglia residente pari a +3.462 euro su base annua. La regione con la crescita dei listini al dettaglio più contenuta è la Valle d’Aosta (+8,7%) con un aggravio di circa +2.929 euro annui a famiglia residente.
Per i dolci occorre mettere in conto una maggiore spesa del 49,6%
Partendo dagli alimentari, pranzi e cenoni costeranno in media il 13,6% in più – avvisa il Codacons – Tra i prodotti più utilizzati per le preparazioni di cibi e pietanze natalizie e che hanno subito aumenti consistenti troviamo il burro (+41,2%), l’olio di semi (+51,4%), la farina (+23,6%), le uova (+21,7%), il riso (+35,4%), la pasta (+23,6%) il pane (+16%). Mettere la carne in tavola a Natale costerà in media il 10,5% in più, con punte del 18% per il pollo, mentre per un pranzo a base di pesce la spesa sale in media del 10%, con aumenti dell’8,3% per il pesce fresco, +14,8% il pesce surgelato, +9,2% i molluschi freschi. Il latte conservato sale del 32,5%, quello fresco del 20,1%, i formaggi freschi del 26,2%. La verdura aumenta del 15,2% con punte di oltre il 19% per insalata e cavoli; le arance costano il 13,3% in più, frutta secca e noci +6%. Per i dolci occorre mettere in conto una maggiore spesa del 49,6% per lo zucchero, e anche brindare costerà di più: il vino rincara del 6%, i liquori salgono del 5,5% e lo spumante segna +7,3%.
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