Le grinfie della ‘ndrangheta sui campi di padel milanesi

Ai domiciliari il nipote di Giosofatto Molluso, storico boss dell’omonima ‘ndrina di Platì trapiantata in Lombardia

Milano – Imprenditore legato alla ‘ndrangheta è finito ai domiciliari per false fatture e autoriciclaggio. È l’esito di un’operazione della Dia nell’ambito delle indagini del pm della Dda milanese Silvia Bonardi, che stamattina ha portato al sequestro di otto campi da padel del valore di circa 700mila euro.

Le indagini

Le indagini sono nate da accertamenti svolti su altro soggetto calabrese, arrestato nel 2010 nel corso dell’operazione “Infinito” e successivamente condannato in via definitiva in quanto ritenuto colpevole di appartenenza alla locale di ‘ndrangheta di Corsico.
Gli accertamenti, infatti, hanno permesso di scoprire che una delle società riconducibili ai suoi figli aveva partecipato alla realizzazione di otto campi di padel all’interno di un Centro Sportivo comunale, assegnato in concessione a una società dilettantistica milanese.
Gli impianti in questione, tra l’altro, sono risultati abusivi e privi di autorizzazione preventiva.

Una frode fiscale che supera il milione e mezzo di euro

Spiega la Dia che nel corso delle indagini è emerso che l’imprenditore arrestato, Marco Molluso, “dopo aver sottoscritto un contratto di prestazione d’opera (risultato poi inesistente) con la società che gestisce in concessione il Centro Sportivo”, avrebbe “finanziato e costruito i campi da padel potendo contare su profitti illeciti derivanti dalla commissione di numerosi reati fiscali con l’obiettivo di partecipare agli incassi derivanti dal loro noleggio ai cittadini”. In particolare, nel biennio 2020-2021 la società immobiliare di cui risulta titolare “sarebbe stata al centro di una frode fiscale di oltre 1,5 milioni di euro legata sia all’emissione che all’utilizzo di fatture false con indebita detrazione di IVA”.

Le intercettazioni

“Dietro questi ca.. di padel c’è un business infinito eh”. Parlava così, intercettato nell’aprile del 2021, l’imprenditore finito ai domiciliari.
Stando all’ordinanza del gip Anna Calabi, l’uomo, nipote del presunto boss della ‘ndrangheta Giosofatto Molluso, da “amministratore e rappresentante legale della Mc Immobiliare Srls” avrebbe impiegato nel 2021 almeno “177.706” euro, “provenienti dai reati tributari” con false fatture, “finanziando” la realizzazione degli otto campi “all’interno del Centro Sportivo Comunale Sant’Ambrogio” di Milano “affidato dal Comune di Milano in concessione alla Palauno Asd”. Ci sarebbe stato un finto “contratto di prestazione d’opera fra quest’ultima e la Mc Immobiliare, tale da dare giustificazione documentale alla effettuazione” dei lavori per i campi. E l’investimento, secondo l’accusa, “era finalizzato a garantire all’imprenditore significativi introiti economici legati all’utilizzo” di quei campi.