È la prima volta in Liguria. Peritore spiega così la decisione: “Ragioni di tutela della sicurezza e dell’ordine pubblico”
Imperia – Era ‘ndranghetista. Lo ha confermato la Corte di Cassazione che a ottobre del 2020 ha convalidato per lui la condanna a sei anni di carcere per associazione di stampo mafioso. Per questo Giuseppe Felice Peritore, il Questore di Imperia, ha vietato il funerale pubblico per Benito Pepè. Sarà possibile soltanto una messa privata, nella cappella del cimitero.
Pepè stava scontando la pena ai domiciliari per ragioni di salute. È morto in ospedale nei giorni scorsi e la funzione era programmata per questo pomeriggio nella chiesa di Santa Maria Maddalena, a Bordighera Alta.
Sulle ramificazioni della ‘ndrangheta a Bordighera noi abbiamo indagato parecchio. Tanto che nel 2018, insieme a Christian Abbondanza, blogger antimafia della Casa della Legalità, siamo saliti in collina, a vedere chi abitava nella villa confiscata al clan Pellegrino-Barilaro.
Lì la figlia di Pepè, che è anche moglie di un Pellegrino, ci aveva detto che nessuno li aveva mandati via da casa e, naturalmente, aveva voluto sottolineare che la ‘ndrangheta “non c’era”. I mafiosi sono rimasti ad abitare nella villa confiscata fino al 2022.
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.