Dal prepensionamento previsto dall'”Opzione donna” al bonus “Maroni”
Roma – Manovra alla stretta finale, a parte la questione pensioni che verrà discussa tra le parti sociali e il Governo nei primi mesi del 2023 e che avrà il compito di sostituire dal 2024 la legge Fornero.
Sull’opzione donna il testo finale prevede la proroga di un anno ma con una stretta rispetto a come è impostata attualmente.
“Opzione donna”
La cosiddetta pensione “Opzione donna” è un trattamento pensionistico calcolato secondo le regole del sistema contributivo e va nella direzione di favorire le lavoratrici dipendenti e autonome che hanno maturato i requisiti previsti dalla legge entro il 31 dicembre 2021.
L’Opzione Donna, in sintesi, consente ad alcune lavoratrici, se dispongono dei requisiti, di andare in pensione anticipatamente rispetto ai 67 anni anni previsti dalla normativa.
L’uscita anticipata, con le nuove regole, sarà possibile solo ad alcune categorie come lavoratrici licenziate ,caregiver oppure con un’invalidità civile uguale o superiore al 74%, con un’età di 60 anni, che scende a 59 anni in presenza di un figlio e a 58 con due o più figli.
In soldoni, la proroga con l’applicazione della stretta attuale costerà 80 milioni per il 2023 e circa 240 per il 2024, tutto sommato una cifra non esorbitante.
Bonus “Maroni”
Per tutti gli altri lavoratori che nel 2023 avranno i requisiti per quota 103, cioè almeno 62 anni e 41 di contributi, sarà disponibile un bonus, che gli permetterà di lavorare qualche anno di più, e che trasferirà direttamente in busta paga la quota di contributi (circa il 9%) che dovrebbe essere versata dal lavoratore all’ente previdenziale.
Per usufruire del bonus, nella legge di bilancio è previsto che venga emanato un decreto entro gennaio 2023 dal Ministero del Lavoro e da quello dell’Economia. In mancanza del decreto il bonus non sarà attivo.
Redazione del quotidiano digitale di libera informazione, cronaca e notizie in diretta