Coppia gay e maternità surrogata, per la Cassazione il padre biologico è quello che ha donato il seme

La Cassazione annulla la sentenza della Corte d’Appello di Venezia

Venezia – Soltanto il padre biologico, quello che ha donato il seme in una maternità surrogata, può essere registrato all’anagrafe come genitore. È quanto ha stabilito la Cassazione a sezioni riunite annullando, di fatto, la sentenza con cui nel 2018 i giudici d’Appello di Venezia avevano imposto al sindaco di Verona di riconoscere i due padri di un bambino nato in Canada grazie alla donazione di ovuli.

Per la Suprema Corte, l’altro membro della coppia può intraprendere solo la strada dell’adozione. A comunicare la decisione è stato il legale dei due padri, l’avvocato Alexander Schuster, del foro di Trento, secondo il quale “al di là dell’esito non auspicato, la sentenza dimostra una nuova grande sensibilità per il tema”.

La vicenda ruota attorno ad un bambino nato nel 2015 e concepito con il seme di uno dei due uomini veneti, sposati in Canada, e l’ovulo di una donatrice. La legge sulla maternità surrogata canadese permette il riconoscimento della doppia paternitaàin due tempi: l’atto di nascita del piccolo è stato inizialmente redatto con il solo padre biologico, poi i due papà hanno ottenuto dalla Corte Suprema della British Columbia una sentenza che riconosce ad entrambi di essere genitori. L’atto di nascita, modificato secondo quanto stabilito dai giudici canadesi, è stato prodotto all’anagrafe di Verona che però si è rifiutata di correggere il documento italiano che indicava il solo padre biologico.

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