La Spagna intende rivedere la nuova legge “solo il sì è sì” per dare maggiore protezione alle vittime di reati sessuali, dopo che una serie di sentenze dei tribunali ha ridotto le pene detentive per gli stupratori a causa di una lacuna nella legislazione
Madrid – La legge che tutela i diritti delle donne contro la violenza sessuale rischia di trasformarsi in un boomerang per le vittime che nei primi mesi dell’applicazione hanno assistito a sentenze che hanno ridotto la pena dei loro aggressori. Questo sta accadendo perché la cosiddetta legge “solo il sì è sì” , QUI la prima parte, pur rafforzando la sicurezza delle donne ha provocato negli ultimi tre mesi del 2022 alcune revisioni al ribasso delle pene per alcuni autori di reati sessuali attualmente in carcere.
La riduzione di alcune pene è una conseguenza della nuova formulazione della legge perché unifica l’abuso sessuale e la violenza sessuale, e la gamma di pene per alcuni reati va da quattro a dodici anni di carcere mentre prima era da sei a dodici anni. Finora ad interpretare le sentenze in modo riduttivo rispetto al passato sono stati alcuni tribunali di Madrid, Galizia e Baleari mentre nel resto del Paese i magistrati non hanno dato luogo a nessuna riduzione di pena.
È una legge che permette di proteggere tutte le vittime di violenza sessuale
Irene María Montero, ministra delle Pari Opportunità e “madrina” della legge continua a difenderla sostenendo che è una legge che “permette di proteggere tutte le vittime di violenza sessuale” nonostante che dalla sua entrata in vigore abbia portato a 13 scarcerazioni a 64 riduzioni di pena. Ma sono in molti anche all’interno della stessa coalizione del governo che pensano che forse bisognerebbe pensare ad una possibile riforma della legge anche se alcuni esponenti di Podemos sostengono invece che il problema non sarebbe la legge bensì l’interpretazione maschilista attuata da alcuni giudici.
Per adesso però l’unica modifica apportata alla legge risale a due settimane fa, al Congresso dei Deputati l’opposizione rappresentata anche da PP e Vox ha deciso di proteggere meglio i minori e le persone con disabilità presentando un emendamento al Codice Penale che mira a punire ulteriormente coloro che utilizzano le immagini di queste persone vulnerabili per creare falsi profili su siti, profili social o pornografici inserendo un emendamento nel progetto di riforma della legge sull’aborto.
Mentre continua l’aspro dibattito politico sugli effetti inaspettati della legge “solo il sì è sì” sulla riduzione delle pene il Congresso per ora ha comunque modificato il contenuto della legge sul Codice penale senza grosse polemiche da parte di entrambi gli schieramenti anche per facilitare il prossimo via libera al disegno di legge sulla salute sessuale e riproduttiva e sull’interruzione di gravidanza, che passerà al Senato per completare il suo iter parlamentare.
Diverso invece il clima per quanto riguarda un’eventuale modifica per impedire il rilascio anticipato o la riduzione della pena dei criminali sessuali, attualmente il governo di coalizione di sinistra progressista spera che sia la stessa Corte Suprema spagnola a stabilire una più chiara dottrina mentre l’opposizione conservatrice insiste nel chiedere che i ministeri delle Pari Opportunità e Giustizia siano ritenuti “responsabili” delle conseguenze dell’applicazione di questa legge.
Giulia Danieli
Svolgo attività di collaborazione giornalistica per RSI, la Radiotelevisione Svizzera Italiana, e ho partecipato alla redazione e alla produzione dei servizi documentaristici sul crollo del ponte Morandi (“43-Il ponte spezzato”) e sulla truffa dei falsi Modigliani (“Il giallo Modigliani”), entrambi andati in onda su Falò, magazine settimanale di informazione e approfondimento di RSI. Collaboro con vari quotidiani digitali sui temi sanità, salute, ambiente e diritti civili. Ho collaborato per il quotidiano Il Secolo XIX.