Borzani: “Il documentario è un omaggio a Franco Sartori che a 25 anni dalla morte merita di essere ricordato per il suo impegno e le sue lotte, ma anche ad una generazione operaia che è stata protagonista in fabbrica, che ha creduto possibile un nuovo modello sociale, che ha costruito insieme a Bruno Trentin e all’FLM, alcune tra le pagine più significative della nostra storia”
Genova – Sarà presentato mercoledì 11 gennaio alle 10,00 al Cinema Sivori in Salita S. Caterina, il documentario “Franco Sartori – La Città possibile” che racconta attraverso le testimonianze di Luca Borzani e Antonio Caminito, Leila Maiocco, Igor Magni, Andrea Ranieri, Uliano Lucas, la Genova degli anni 80-90 e l’impegno politico sindacale di Franco Sartori (1941-1996).
In occasione della prima proiezione – organizzata da Anpi Ansaldo Energia – saranno presenti, insieme agli autori, i protagonisti del documentario. Modererà Andrea Castanini de Il Secolo XIX.
Il documentario racconta la Genova degli anni 80-90, una città segnata dalle crisi delle grandi fabbriche e del porto, dall’inquinamento, dall’assenza di politiche industriali dove, contemporaneamente, emergono nuovi soggetti politici come il comitato Salute e Ambiente delle donne di Cornigliano, e un uomo come Sartori che vede nel Ponente genovese il laboratorio da cui ripartire per costruire una nuova stagione di sviluppo per la città.
«Il documentario è un omaggio a Franco Sartori che a 25 anni dalla morte merita di essere ricordato per il suo impegno e le sue lotte, ma anche ad una generazione operaia che è stata protagonista in fabbrica, che ha creduto possibile un nuovo modello sociale, che ha costruito insieme a Bruno Trentin e all’FLM, alcune tra le pagine più significative della nostra storia», raccontano Luca Borzani e Antonio Caminito che del sindacalista genovese erano amici e hanno avuto l’idea di ricordare Sartori con un documentario.
«È passato più di un anno dal primo incontro con Luca Borzani, Antonio Caminito, Igor Magni alla Camera del lavoro di Genova quando abbiamo iniziato a ragionare sul documentario – raccontano Ugo Roffi e Ludovica Schiaroli che il documentario lo hanno scritto e diretto – È stato un lavoro impegnativo, con tante difficoltà ma che ci ha dato la possibilità di conoscere Franco Sartori: uno dei protagonisti della Genova operaia e sindacalista. Sapere che tanti temi che lui per primo ha considerato importanti sono oggi ancora attuali, lo rende un punto di riferimento per chi crede nel ruolo del sindacato e in una nuova visione della città».
La città possibile immaginata da Sartori è quella che non consuma il territorio, ma mette al centro lo sviluppo sostenibile, investe sui nuovi lavori, sui nuovi saperi, vede le contraddizioni non come ostacoli ma come risorse.
Una sfida, un progetto di comunità troppo avanti per quegli anni, che non viene compreso appieno né dal sindacato né dal PCI che vedono nel sindacalista genovese un’anomalia. Il rapporto sempre dialettico con quelli che erano i punti di riferimento politici e sindacali, non impediscono però a Sartori, quando torna a Genova nel 1982 dopo una lunga trasferta romana, di dare impulso alla Camera del lavoro del Ponente che diventerà il principale luogo di elaborazione cittadino.
Quanto si è realizzato della Genova immaginata da Sartori lo scopriamo attraverso il racconto di sei testimoni d’eccezione che hanno vissuto quel periodo e hanno conosciuto e lavorato con il sindacalista genovese: lo storico Luca Borzani, Antonio Caminito, sindacalista e segretario FIOM dal 1999 al 2019, Leila Maiocco, responsabile del Centro Civico di Cornigliano dal 1985 al 2000, il senatore Andrea Ranieri, segretario CGIL Liguria dal 1989 al 1996, Uliano Lucas, fotoreporter conosciuto per i suoi reportage sul mondo del lavoro e delle migrazioni che ha fotografato la Genova degli anni 80 e 90 e Igor Magni, attuale segretario della Camera del lavoro di Genova.
Nel documentario, la voce di Franco Sartori è dell’attore Marco Rinaldi, che ha liberamente interpretato la parlata del sindacalista, soprannominato “trenetta” «ovvero uno che mangia mentre parla» come racconta Antonio Caminito durante l’intervista.
Per quanto riguarda il materiale filmico, oltre alle interviste e alle immagini girate ex novo del Ponente genovese di oggi da Ugo Roffi sono stati utilizzati filmati e fotografie da molti archivi, tra questi quelli della Fondazione Ansaldo, dell’Archivio Storico della Camera del lavoro di Genova, della CGIL Roma, del Centro Civico di Cornigliano, delle Teche Rai, dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), del Technopole Sophia Antipolis, Cedex – France.
Per quanto riguarda gli archivi privati, le foto della Cornigliano e delle fabbriche anni 80 sono di Roberto Schiaroli, i filmati degli scioperi di Torino (1980) sono di Pietro Perotti e Pier Milanese. Si ringrazia inoltre Uliano Lucas per l’utilizzo delle foto dai libri “Vivere a Ponente” (1989) e “Lavoro/Lavori a Genova” (1994).
Il documentario è stato auto prodotto dagli autori con il contributo della Camera del lavoro di Genova e dello SPI Cgil Liguria.
La prossima proiezione si terrà nel mese di gennaio a Sestri Ponente, a breve verrà comunicata la data.
Ugo Roffi, film maker e Ludovica Schiaroli, giornalista, sono già autori del documentario “Il Canto del Gallo” sulla vita di Don Andrea Gallo edito da Chiarelettere nel 2012; “Giovanni Burlando’s Vision” short-docu pluripremiato (Festival di Portland e Toronto) sulla vita del decano della corse motociclistiche in salita nel 2015; nel 2018 hanno realizzato “DigaVox – testimonianze dalla Diga di Begato” insieme a Fabio Palli e Simona Tarzia, sull’emergenza abitativa a Genova. Nel 2020 hanno realizzato “Giotto. Il Novecento proletario di Giordano Bruschi” che racconta un secolo di impegno sociale, civile, politico attraverso le parole del protagonista, il partigiano Giotto. Il documentario è stato selezionato al Bellaria Film Festival, al Job Film Days di Torino e al May Day Film Festival di Santa Cruz, California.
I documentari sono disponibili su Distribuzioni dal Basso, piattaforma per il cinema indipendente.
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