Si può rispondere con sicurezza alla questione se Gesù fosse pacifista? Questo è l’interrogativo da cui muoverà il teologo Vito Mancuso che aprirà lunedì 16 gennaio il ciclo “Di fronte alla guerra e sulle vie della pace” che Palazzo Ducale organizza in collaborazione con il Centro Studi Antonio Balletto
Genova – “Gesù era pacifista? Guerra e pace nel Nuovo Testamento e nella tradizione cristiana”, questo il titolo della lectio prevista a partire dalle ore 18 nella Sala del Maggior Consiglio.
Vi sono testi evangelici che inducono a dare una risposta affermativa, altri negativa. L’incertezza si proietta sulla sua condanna a morte: Cristo venne ucciso perché blasfemo, cioè per una causa religiosa, o perché sedizioso, cioè per una causa politica? Di sicuro venne crocifisso, ed è noto che la crocifissione era la pena capitale comminata dal potere romano contro i ribelli. Gesù, quindi, era o non era pacifista? Possiamo dedurne qualcosa dall’analisi del suo linguaggio e del suo pensiero?
Vito Mancuso, 60 anni, è stato ed è collaboratore di numerosi giornali tra i quali Il Foglio, Avvenire, Panorama, il Corriere della Sera e la Repubblica. Tra le molte pubblicazioni si ricordano: L’anima e il suo destino (2007); Obbedienza e libertà (2012); Conversazioni con Carlo Maria Martini (con E. Scalfari, 2012); I quattro maestri (2020); Etica per giorni difficili (2022).
L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha bruscamente ricordato quanto la guerra non sia un retaggio del passato o qualcosa che avviene solo al di fuori o ai margini del cosiddetto mondo civilizzato. Di qui l’idea di organizzare una serie di appuntamenti per esplorare come, in particolare, le religioni – e anche le comunità cristiane – sono pronte, in certe circostanze, a giustificare e a sostenere l’iniziativa militare decisa da un governo. Gli studiosi interpellati porteranno a riscoprire le più alte e prevalenti istanze di pace, espresse in vario modo in tutte le tradizioni religiose. Istanze che derivano non soltanto da bisogni dell’uomo, ma anche da riflessioni interne alle singole tradizioni, che a volte, in certi momenti critici, prendono forma esplicita di pensiero filosofico e di progetto etico-politico di respiro universale.
Il ciclo proseguirà con i seguenti appuntamenti:
►lunedì 23 gennaio
Miriam Camerini – “Un popolo non leverà più sull’altro la spada”: guerra e pace nell’ebraismo
►lunedì 30 gennaio
Martino Diez – “Il messaggio di pathos e il pathos della guerra nelle tradizioni e nelle correnti islamiche: la proposta di Jawdat Said”
►lunedì 6 febbraio
Fabio Scialpi – “Il Mahathma Gandhi, ispirazione per una Nuova Società Umanitaria”
►lunedì 13 febbraio
Gerardo Cunico – “Per la pace perpetua: il progetto etico-politico di Immanuel Kant e la sua eredità”
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